La Quaresima, tempo per curare le malattie dello spirito

Letture del 9 marzo, seconda domenica di Quaresima: «L’alleanza fra Dio e Noè liberato dalle acque del diluvio» (Gn 9,8-15); «Le vie del Signore sono verità e grazia» (Salmo 24); «L’arca è figura del battesimo che salva» (1 Pt 3,18-22); «Gesù, tentato da satana, è servito dagli angeli» (Mc 1,12-15)

DI ANGELO SILEILa Quaresima è un tempo utile per la guarigione dello spirito: così suggerisce una preghiera alla fine della liturgia del Mercoledì delle Ceneri. La conversione è guarigione. Il dono di questo tempo liturgico è una terapia efficace per ritrovare benessere. Ne abbiamo bisogno e ne ha bisogno il nostro mondo. La situazione attuale della storia umana e lo stile di vita e di pensiero dominante nella nostra società manifestano sintomi di profondo malessere e di disagio: il mondo è ammalato. La proposta di questa Quaresima è: curarsi per guarire. Dobbiamo essere disponibili a questa terapia. Gesù ne è il medico e il modello. La Quaresima è offerta a tutti come un quarantena dello spirito.

La prima domenica ci indica la prima azione terapeutica: il deserto.

Gesù ci viene sospinto dallo Spirito, e così pure la chiesa come anche ogni cristiano. È uno degli spazi dove è possibile ricrearsi. Nel brevissimo quadro del vangelo di Marco il deserto di Gesù sta a metà strada fra luogo di tensione e luogo di pace, è un incrocio fra banco di prova e paradiso; vi stanno il satana e gli angeli, la tentazione e l’armonia. Assomiglia un po’ alla scena finale del diluvio: un arcobaleno su un mondo segnato dalla catastrofe, un’alleanza dopo la distruzione, un tempo di sicurezza dopo la prova.

La proposta terapeutica di Gesù, e della chiesa, è quella della solitudine, del silenzio, dell’austerità. È uno spazio e un tempo duro da sostenere. Ma può dare frutti sostanziosi. Nel “deserto”, in ogni deserto, siamo messi alla prova, ma anche possiamo ritrovare la pace del cuore. Siamo soli e indifesi, ma possiamo conoscere la compagnia degli angeli e di Dio. Ci sembra di essere perduti, e possiamo ritrovare noi stessi e il vero Bene. Il benessere comincia dallo stare bene con noi stessi. Il bisogno continuo di distrarsi e di estraniarsi con ogni mezzo è segno che si vuole fuggire da se stessi. La solitudine ti costringe a prendere posizione di fronte alla tua storia e alla tua situazione personale, ti obbliga a conoscerti e ad accoglierti, ti offre l’opportunità di riconciliarti con te stesso e con quella parte di te che tendi a nascondere e rifiutare, con i tuoi limiti e con le tue paure. Se non ti accetti non vivi, perché tu vivi con ciò che sei. E il «deserto» ti fa incontrare con te stesso.Il benessere ha bisogno di silenzio. Troppe parole, troppi rumori, troppe voci sono intorno a noi. Ci disorientano, ci confondono. Abbiamo bisogno di ascoltare voci essenziali, parole mature. Una delle offerte della Quaresima è la Parola di Dio, più nutriente del pane, più ricca delle molte parole degli uomini. È la parola che sgorga da Gesù dopo il suo silenzio nel deserto. È il suo vangelo, buona notizia per tutti e per sempre. Il benessere è armonia. L’immagine di Gesù che sta con gli animali selvaggi ed è servito dagli angeli è l’immagine dell’uomo del paradiso, dell’uomo riconciliato col mondo di Dio e con la natura, dell’uomo che conosce la pace. È come Noè dopo il diluvio che ricomincia la storia dell’umanità all’insegna dell’armonia con il cielo e la terra. Uno dei doni del deserto è questa pace. Lo sanno bene gli uomini della contemplazione e della solitudine, i monaci di ogni religione in ogni parte del mondo. Sono delle icone della pace e chiunque li incontra sperimenta armonia. Chi sa stare nel deserto, chi sa fare deserto, chi cerca il deserto ha trovato la via della pace e dell’armonia con tutto e con tutti.

Vale la pena vivere la Quaresima con Gesù. È una grande occasione seguire la sua cura. Prima ricetta: una dose di deserto.