La parabola dello stolto (ricco)
Tante volte abbiamo ascoltato questa parabola e tante volte forse l’abbiamo fraintesa, come se non ci riguardasse. Siccome tutti, qualunque sia la situazione economica in cui viviamo, ci lamentiamo che «i soldi non bastano mai», quindi che non siamo ricchi, tanto più che lo affermano pure coloro che tengono i capitali nei cosiddetti paradisi fiscali, concludiamo che la parabola del «ricco» stolto non ci riguarda, appunto perché non siamo ricchi. Se così stessero le cose, si dovrebbe concludere che per la maggioranza assoluta dei cristiani questa parabola non è importante. Perché allora è nel vangelo? Siamo proprio sicuri che solo il ricco è «stolto»?
A me pare di no, perché la parabola ha una premessa che ne precisa il senso e il valore. Gesù ci ammonisce a tenerci lontani da ogni «cupidigia» e dal pensare che la «vita» dipenda da quanto si possiede. La cupidigia, l’avidità di ricchezze e di possesso, non è una cosa, ma un atteggiamento del cuore che può trovarsi indifferentemente in ogni uomo, ricco o povero che sia, senza grandi differenze. Pertanto la domanda che ognuno deve farsi, è se e in che misura ritiene che la sua felicità consista nell’avere, nel possedere e nell’accumulare ricchezze, invidiando, magari, chi ne possiede molte. Quante poi ne possieda effettivamente non ha importanza. E’ stolto non perché ha tanto, ma perché pensa che tutto dipenda da quanto ha. L’altro particolare che mi fa pensare che la parabola di Gesù è veramente per tutti, è il significato che si deve dare alla parola «vita». Quando Gesù dice che la vita non dipende da ciò che si possiede, si riferisce solo alla durata della vita terrena o al «senso» di essa? La vita non è solo quella fisica, ma anche quella spirituale, cioè quella fatta di serenità, pace, amore, dono, servizio, «perdita» della vita terrena per Lui, come l’evangelista Luca ci ha detto nelle pagine precedenti a questo brano del suo vangelo. Ecco perché affermo che la parabola del ricco stolto, riguarda tutti noi. Perché tutti possiamo essere «stolti».
In uno dei suoi aneddoti, Papa Francesco parlando della necessità di essere poveri e di fare del bene con le ricchezze, ha detto: «avete mai visto un funerale con dietro un autotreno con su scritto “Trasloco”?».