La moltiplicazione dei pani, un gesto gratuito di amore

30 luglio, 17ª Domenica del Tempo Ordinario«Ne mangeranno e ne avanzerà» (2 Re 4,42-44); «Un solo corpo, un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo» (Ef 4,1-6); «Distribuì ai presenti quanto ne vollero» (Gv 6,1-15)DI FABRIZIO PORCINAIIn questo tempo estivo, di vacanza e di riposo per molti, alcune parole della liturgia festiva ci accompagnano e parlano, in profondità, al cuore. La prima parola è: gesto. Nel grande racconto della moltiplicazione dei pani secondo il Vangelo di Giovanni, abbiamo dinanzi il gesto che nasce dallo sguardo di Gesù sulla folla (Gv 6,4), un gesto sovranamente gratuito e che attiene completamente alla gratuità di Dio. Quel gesto è amore, è azione. Non è una reazione: l’iniziativa di sfamare le folle, infatti, non viene dai discepoli, ma direttamente da Gesù, e non è motivata neanche dalla compassione nei confronti di folle stanche o smarrite, come nei vangeli sinottici. Una gratuità assolutamente pura, tutta da contemplare. Una gratuità sovrabbondante. I cinque pani d’orzo e i due pesci che, mediante i gesti e le parole di Gesù, sfamano cinquemila persone portano a pienezza l’antica parola trasmessa dal profeta Eliseo (cfr I lettura): ne mangeranno e ne avanzerà anche. Gesto di moltiplicazione, quello di Gesù, ma anche di condivisione e di dono: «riempirono dodici canestri di pezzi avanzati».

Abbiamo bisogno di gesti. Nell’epoca frettolosa che viviamo si rincorrono fatti e notizie, ma forse mancano gesti che esprimano profonda, calda umanità. Nelle strade e nelle case, nel mondo come nella Chiesa. Raccogliere il gesto di Gesù sulla folla, celebrarlo nell’Eucarestìa, diviene urgenza di farlo vivere e bisogno di trasmetterlo, secondo l’invito (II lettura) a «comportarsi in maniera degna della vocazione ricevuta» che è quella, dolcemente umana, di essere creati e amati da Dio per formare in Lui un solo corpo.