La grandezza di Maria

Benché la Madonna sia ben presente nelle liturgie natalizie, la Chiesa ha voluto dedicarle una solennità tutta per lei per sottolineare quale sia veramente la sua grandezza. La Madonna è grande perché è la Madre del Figlio di Dio nato nella carne. Poiché è il Figlio di Dio che nasce da lei secondo la carne, si può ben dire che è la «Madre di Dio». E’ questo il dono grande che Dio le ha fatto. E’ suo e solo suo. Nessun’altra donna al mondo potrà mai far proprio questo appellativo. E’ qui la grandezza di Maria. Una grandezza che non può avere pari e che a noi resta misteriosa perché troppo abbagliante. Che cosa avrà detto mai la Madonna al suo «bambino Dio»? Come lo avrà coccolato, lavato, baciato, accarezzato?…certo come ogni mamma. Ma lei è una mamma speciale e, quindi, in un modo speciale e per noi insondabile e indicibile.

In proposito mi piace riportare una testimonianza di un autore ateo, ma veramente ateo quale è stato Jean-Paul Sartre, trascritta dal cardinale Ravasi in chiusura di una sua presentazione dell’ultimo libro del Papa L’Infanzia di Gesù: era il Natale 1940 e nello Stalag XII D di Treviri ove era internato, egli fu sollecitato dai suoi compagni cristiani di detenzione a comporre una sorta di rappresentazione sacra. Elaborò, così, il suo primo testo teatrale, Bariona o il figlio del tuono. Ebbene, in quel testo, a un certo punto, entrava in scena Maria che aveva appena dato alla luce il Bambino Gesù e, come ogni madre si era messa a contemplarlo con tenerezza, consapevole dell’unicità della sua esperienza. Ecco alcune righe veramente sorprendenti di quell’opera composta da un autore di netta caratura «gentile». «Cristo è suo figlio, carne della sua carne e frutto delle sue viscere. Ella lo ha portato per nove mesi e gli darà il seno e il suo latte diventerà il sangue di Dio… Ella sente insieme che il Cristo è suo figlio, il suo piccolo, e che egli è Dio. Ella lo guarda e pensa: “Questo Dio è mio figlio. Questa carne divina è la mia carne. Egli è fatto di me, ha i miei occhi e questa forma della sua bocca è la forma della mia. Egli mi assomiglia. È Dio e mi assomiglia!”. Nessuna donna ha avuto in questo modo il suo Dio per lei sola. Un Dio piccolissimo che si può prendere tra le braccia e coprire di baci, un Dio tutto caldo che sorride e respira, un Dio che si può toccare e vive».