Il volo difficile della Speranza sopra un mare in tempesta
Questa settimana, anziché proporre il consueto commento alle letture domenicali, pubblichiamo una riflessione sulla Pasqua.
Non credere che la Speranza sia una bambina che danza. Il volo alto di un gabbiano nel sole appartiene al sogno o al desiderio.
La Pasqua che quest’anno ci attende, la festa di Resurrezione che insieme vivremo, ha tutta la caratteristica di essere una «Pasqua della strada». Ci eravamo inoltrati nel Terzo Millennio col passo giovane del nuovo inizio; la grande stagione giubilare, con la purificazione della memoria e della vita, ci aveva riconsegnati ad una innocenza di attese e di progetti che sembrava lievitare la «pasta ferma» dei giorni.
Poi le vicende di questi mesi, il dramma di una nuova guerra pertinacemente voluta, nonostante il monito forte ed alto del Papa ed il suo strenuo prodigarsi per aprire strade di pace. E nel riflesso di questa, la consapevolezza di decine d’altre guerre e conflitti taciuti o dimenticati, l’escalation del terrorismo come arma di fanatici o dei disperati, il permanere di situazioni di ingiustizia e sopraffazione che altro terrorismo ed altre guerre ancora provocheranno.