Il vero miracolo è la condivisione

Per cinque Domeniche consecutive, il Vangelo di Marco è sostituito dal capitolo sesto  del Vangelo di Giovanni. Oggi il racconto della moltiplicazione dei pani e, nelle prossime settimane, il discorso sul pane di vita nella sinagoga di Cafarnao.

Fra tutti i segni operati da Gesù nessuno è raccontato tante volte quanto quello della moltiplicazione dei pani. Tutti gli evangelisti lo raccontano almeno una volta, Matteo e Marco addirittura due volte.

Il racconto di Giovanni comincia con un’indicazione cronologica: Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. È una sottolineatura teologica più che una informazione cronologica: serve a mettere in risalto il significato dell’episodio, da leggere nella prospettiva della grande festa della liberazione d’Israele dalla schiavitù dell’Egitto. Aveva detto Mosè: «Il Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me. A lui darete ascolto» (Deut 18, 15). Gesù è il nuovo Mosè –  un profeta come Mosè, più grande di Mosè – che inizia, con l’umanità, un nuovo esodo, un passaggio dalla schiavitù alla libertà, da una condizione insostenibile e disumana alla vita vera.          

Attorno a Gesù c’è Filippo. C’è anche Andrea e sicuramente anche gli altri discepoli. Ma c’è anche, sperduto tra la folla un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci.

Pensaci seriamente: questo ragazzo non sarai tu, con i doni e le capacità che tu hai ricevuto?

Certamente, anche senza questi cinque pani e due pesci , Gesù avrebbe  potuto sfamare la folla, ma ha chiesto questa collaborazione. Dio, per compiere i suoi miracoli, ha bisogno di te!

Quel  giovane poteva essere tentato di  conservare per sé stesso o i suoi amici o i vicini quello che aveva: dove comprare il pane in un deserto?  Ma lo dona al Cristo, lo mette a disposizione del Maestro. E Gesù lo moltiplica. Gesù – ricorda anche Cana – è sempre «colui che moltiplica». Egli guarda i tuoi cinque pani e due pesci: se glieli metti nelle mani,  può moltiplicarli! Fanno proprio impressione, alla fine, quei dodici canestri con i pezzi di pane d’orzo avanzati!

Sì, questo giovane è ogni cristiano; questo giovane sei tu! Davanti all’immensità della miseria dell’umanità o davanti alla inestricabilità di situazioni concrete, consideriamo pure che le nostre possibilità sono poca cosa. Ma se noi ci mettiamo tutte le nostre ricchezze e capacità  (non alcuni pani, ma tutti e cinque i pani e anche i due pesci!), la generosità genera  generosità, la condivisione moltiplica la condivisione, l’amore provoca l’amore.La sproporzione evidente (la folla e solo cinque pani e due pesci!) va superata non mediante operazioni di buonsenso e calcoli realistici, ma adottando due atteggiamenti di fondo: condividi quello che hai e continua a credere nella Provvidenza.

Nel testo non si adopera la parola moltiplicazione. Il Vangelo parla solo di pani e pesci distribuiti. Il messaggio centrale non va cercato nella moltiplicazione, ma nella condivisione. Il nostro amore di Dio non ha come misura quello che diciamo a Lui, ma quello che facciamo al prossimo. E allora: è legittimo che noi viviamo nello spreco, e contemporaneamente altrove si muoia di fame? è legittimo correre ai consumi voluttuari e superflui, quando miliardi di persone mancano del necessario?

Gesù prese i pani, rese grazie, li distribuì. I tre verbi diventano per noi: ricevi, ringrazia, dona. Tre verbi che fanno palpitare il Vangelo nella tua vita.

*Cardinale