Il pane per tutti

DI GIACOMO BABINI Vescovo emerito di Grosseto26 luglio, 17ª domenica del Tempo ordinario. Con questa domenica la liturgia inizia un ampio utilizzo del capitolo VI del Vangelo di S. Giovanni. In questa domenica si cerca di cogliere i contenuti teologici del racconto della moltiplicazione dei pani compiuta da Gesù. Egli opera a partire dai bisogni più elementari dell’uomo prendendoli come esigenza di una vita più grande, più degna dei figli di Dio, ai quali risponderà’ con l’Eucarestia. I Lettura: «Il pane del Signore nella vita dell’umanità»Il miracolo del profeta Ezechiele nella prima lettura annuncia con molti elementi di somiglianza, la Moltiplicazione dei Pani che a suo tempo compirà Gesù per sfamare la folla che da giorni lo segue e Lui non vuol rimandare digiuni perché non vengano meno durante la via. Le circostanze nel racconto dell A. Testamento sono diverse: il numero più piccolo, i cibi presenti più numerosi. Il miracolo avviene perché il Profeta cita una frase della Scrittura. E’ diverso l’intervento diretto di Gesù, però in sostanza sembra una prova del Miracolo del Vangelo. Non si può fare a meno di notare come Gesù non solo conosce, ma tiene conto dell’Antico Testamento ed il suo operare completa il nucleo delle Verità già rivelate. L’opera dei profeti procede da Dio e Gesù dà loro la stessa importanza che dà ai propri atti preoccupandosi che siano più chiari e comprensibili. Non si fa guidare dalla fantasia o dalla estemporaneità, ma ha un disegno tracciato che segue con fedeltà. Vangelo: «Che cosa è questo per tanti?»Il miracolo dello spezzare il pane per tanta gente che nemmeno si conosceva, rimase fortemente impresso nella mente degli apostoli. Infatti tutti e quattro gli evangelisti raccontano questo episodio, e i discepoli di Emmaus riconobbero Gesù nel gesto dello «spezzare il Pane». La liturgia di questa domenica ci propone una chiave essenziale per la comprensione della Buona Novella: il pane per tutti.

Gesù utilizza quel poco che gli uomini possono mettere a disposizione, e da quel poco genera una impossibile abbondanza. Nulla dovrà andare poi perduto e quello che avanza va raccolto perché servirà per altri. Le ipotesi degli apostoli dei soldi necessari per comprare il pane per tanta gente scompaiono come divagazioni inutili. Gesù dà con autorità e con abbondanza il «Pane di Vita» come appunto lo chiama il Vangelo di Giovanni.

L’altro aspetto che colpisce è la prodigalità che accompagna l’intervento di Gesù, prodigalità che si ripeterà nella sua opera e nella storia cristiana dove «Tutti gli assetati riceveranno acqua per niente» (AP. 21,6 ; 22,17. Questo avviene anche nella creazione dove le possibilità di vita sono infinite rispetto magari a quelle che arriveranno a compimento.

II Lettura: «Un solo corpo, un solo Spirito»La seconda lettura rimanda immediatamente a quella moltiplicazione dei pani cui pensava Gesù quando sfamò la folla,  e cioè alla disponibilità per tutti del suo corpo e del suo sangue nell’Eucaristica. Lui solo che come i pochi pani del ragazzo sembra nulla per tanta folla, è disponibile per ciascuno e non solo lo sazia, ma sazia anche tutti gli altri, e li unisce nell’unico Spirito Santo, lo spirito del Padre e del Figlio.

Chi riceve l’Eucarestia distrattamente o indegnamente, mangia e beve la propria condanna. Ma chi va con fede e umiltà a ricevere l’Eucaresta si unisce alla stessa tavola degli altri fedeli e forma un popolo concorde e gradito a Dio. Questo pane che affascina ogni persona e che purtroppo oggi tanti vanno a ricevere senza consapevolezza e preparazione alcuna, rimane il grande dono che prolunga nel tempo l’incarnazione e la presenza redentrice di Dio. Dobbiamo tornare a capire che dal nostro deserto si può uscire ancora solo se sostenuti con questo «pane che viene dal Cielo».