Il comandamento più grande

26 ottobre, 30ª domenica del Tempo Ordinario. L’amore di Dio e l’amore del prossimo non sono dissociabili. Il Vangelo di oggi nella sua brevità è uno dei testi essenziali del Cristianesimo. L’amore a Dio Padre, liberandoci da ogni alienazione ci rende pienamente capaci di aprirci a tutti gli altri che così scopriamo come fratelli e per l’origine e per il destino.

DI GIACOMO BABINI Vescovo emerito di Grosseto Vangelo: l’ordine dei Comandamenti (Mt 22, 34-40)Gli ebrei nel tentativo consolidare la loro identità, specialmente nel periodo di esilio a Babilonia, avevano moltiplicati i precetti fino ad arrivare al numero di 615. Per orientarsi un poco li avevano divisi in comandamenti in piccoli e grandi. Si può capire che per un ebreo questo mare di prescrizioni potesse costituire un problema e così un Dottore della legge, dopo essersi consultato con altri, fa a Gesù una domanda importante: «Maestro quale è il più grande comandamento della Legge?». In effetti anche nella legge antica sia il comandamento dell’amore di Dio e anche dell’amore del prossimo venivano prima degli altri. Gesù però risponde con prontezza perché questa volta non si tratta di una domanda tranello, ma la domanda di chi cerca l’essenziale. In più una risposta esauriente aiuta a capire lo straordinario avvenimento della incarnazione, del Figlio che per amore del Padre si fa fratello e compagno di viaggio di tutti gli altri. Aggiunge anche ciò che i suoi interlocutori forse non si aspettavano. Dei due comandamenti ne fa uno solo. Come le due nature si erano unite nella sua persona ( divina e umana), così il comandamento dell’amore che unisce Dio all’uomo e viceversa, diventa il massimo comandamento e il criterio valido per tutti gli innumerevoli problemi dell’etica. Così Gesù valorizza tutta la verità dell’alleanza di Dio con Israele fino ad allora, e introduce l’ordinamento cristiano. Nessuna norma particolare ha valore senza l’amore del prossimo, e l’amore del prossimo non viene prima dell’amore di Dio. II Lettura: La comunità missionaria (1 Ts 1, 5-10)Nel discorso di S. Paolo ai tessalonicesi, vediamo che la fede in Dio sta al centro come espressione della «conversione dagli idoli a Dio». Con questo la comunità fedele è diventata esempio di vita per tutti. Come l’amore di Dio in Cristo rispetto all’umanità, così l’amore cristiano è longanime, benevolo disinteressato e tutto soffre e sopporta. Cristo lo rivela a noi e noi possiamo regolare tutto il nostro comportamento etico su questo fondamento, indiscutibile per tutte le persone non ostili al progetto di Dio. Nessuna etica è più semplice e trasparente di quella cristiana. L’Apostolo nella viva descrizione della comunità di Tessalonica, sembra provare una forte emozione. È una comunità che ha ascoltato con sincerità e a cuore aperto la sua parola. È cresciuta rapidamente coll’aiuto dello Spirito Santo ed ora è di buon esempio per tutta la Macedonia… «La fama della vostra fede si è diffusa dappertutto si che non abbiamo più bisogno di parlarne». I Lettura: Amore al prossimo come ringraziamento a Dio (Es 22, 20-26)L’amore del prossimo, si legge nella prima lettura tratta dall’Esodo, induce all’ospitalità, alla compassione verso i deboli… ma soprattutto esprime la gratitudine a Dio da parte di Israele il quale deve tutto se stesso all’amore del Signore che lo ha tratto dalla schiavitù per dargli la libertà ed una Patria. Dio ha trattato Israele come sua propria creatura, così Israele dovrà trattare gli estranei, i poveri, i deboli con la stessa cura con cui è stato trattato. 

Gesù con la sua persona porterà ancor più visibilmente nella storia quotidiana l’amore alla volontà del Padre che sempre opera per il bene dell’umanità. I momenti della gioia come quella di S. Paolo nella seconda lettura, per il fervore cristiano della comunità, devono essere anche nel cuore dei nostri programmi di pellegrini, instancabili nella speranza, durante il viaggio terreno.