Gli insondabili giudizi di Dio
24 agosto, 21ª domenica del Tempo ordinario: «Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide» (Is 22,19-23); «Nella tua bontà, Signore, non abbandonarmi» (Salmo 137); «Da lui, grazie a lui e per lui sono tutte le cose» (Eb 12,5-7.11-13); «Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli» (Mt 16,13-20)
DI STEFANO TAROCCHI
Prima di annunciare la propria passione e di rivelarsi sul monte ai discepoli, nella regione di Cesarea di Filippo, Gesù interroga i suoi discepoli sull’opinione che tutti hanno di lui. Le risposte date (Giovanni il Battista, Elia, Geremia o un profeta, segno dell’era messianica che si sta compiendo) non eliminano la domanda più importante di Gesù: «Voi, chi dite che io sia?». Il peso della risposta è assunto da Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente».
Non è Simone e la sua umanità a parlare, ma la potenza di Dio che in lui agisce. Ecco perché l’apostolo, anche nel nome («Kéfa», cioè «pietra»), diventa la roccia su cui è costruita la comunità dei discepoli del Signore, la Chiesa, contro cui s’infrangono inutilmente le potenze demoniache. A lui, come più avanti ai discepoli (Mt 18,18), sono consegnate le chiavi per aprire e chiudere (Is 22,22-23) le vie del regno dei cieli. Altri testi evangelici precisano la missione di Pietro: anche dopo il suo tradimento nella passione, una volta ravveduto dovrà confermare nella fede i suoi fratelli (Lc 22,32) e guidare il gregge del Signore, quando avrà dimostrato un amore più grande (Gv 21,15-17).
Il commento di questo testo sembra affidato alla grandiosa esclamazione dell’apostolo Paolo: «quando sono insondabili i giudizi di Dio e inaccessibili le sue vie!». L’umanità del pescatore di Galilea, che il perdono di Gesù ha reso capace di confermare la sua professione di fede, e quella dell’apostolo di tutte le nazioni, che Dio ha scelto quando ancora era «un persecutore, un bestemmiatore e un violento» per portare il Vangelo a tutti i pagani, sono il duplice orizzonte che ispira ancora il nostro cammino di credenti.