Gesù risorto vive con noi
Dopo il cammino (ma lo è stato?) della Quaresima, eccoci giunti alla grande festa, al grande memoriale, il più solenne di tutti, di ciò che Dio ha fatto per noi: Gesù crocifisso ha vinto la cattiveria (il peccato) e la morte, che della cattiveria è il segno più drammatico, togliendo ad essa il carattere del «salto nel buio», perché ha affermato «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (Luca 23,46), dando a tutti gli uomini che si uniscono a Lui la stessa possibilità di vincere la cattiveria del cuore e la morte.
La Pasqua è una Festa così grande che addirittura si prolunga per otto giorni: tutti gli otto giorni che vanno dalla Prima alla Seconda Domenica di Pasqua che il Beato Giovanni Paolo II ha voluto fosse detta «Domenica della Divina Misericordia». Quando Papa Wojtyla comunicò questa sua decisione, a molti sembrò (ma forse anche oggi) che avesse in qualche modo distolto l’attenzione sulla Pasqua del cristiano, il Battesimo, ricordato anche nel nome di quella domenica detta «Domenica in albis». La domenica nella quale i battezzati durante la Veglia Pasquale riconsegnavano la veste bianca segno della «nuova» vita ricevuta mediante il battesimo. Ma che cosa sono la Pasqua di Gesù (Morte e Risurrezione) e la nostra (Battesimo) se non la manifestazione della grande misericordia di Dio «che non si stanca mai di perdonare», come ci ha detto Papa Francesco?
L’evento della Resurrezione del Crocifisso è l’evento più rivoluzionario della storia perché ci rende certi che la Bontà vince il male, che l’Amore vince l’odio, che la Vita vince la morte, che gli uomini sono fatti per la fratellanza, per la pace, per essere famiglia di Dio Amore. E’ vero che tutto questo lo gusteremo nella sua pienezza al termine della vita terrena, ma è altrettanto vero che possiamo iniziare a gustarlo fin da ora. Infatti, che cosa sono stati l’entusiasmo, la gioia, la contentezza che hanno pervaso il nostro cuore per l’elezione di Papa Francesco? Come non cogliere nei suoi occhi, nel suo modo di essere e di mostrarsi al mondo, un tocco di «tenerezza di Dio» verso di noi, suoi figli? Come non cogliere nei nostri occhi (anche di quelli che da tempo non volgevano lo sguardo al Papa e alla Chiesa), che quasi non si saziano di vedere Francesco che in umiltà e bontà percorre Piazza San Pietro avendo uno sguardo privilegiato e attento e umanamente ricco per tutti, ma soprattutto per i più poveri, una «attrazione» che ha la sua sorgente nel Crocifisso Risorto?
Davvero Dio non si stanca degli uomini e ci sorprende con la ricchezza del suo amore che Papa Francesco ci ha detto di declinare anche con altri sentimenti e a non averne paura: la bontà, la tenerezza, la custodia soprattutto, tanto da fare di essa il nuovo impegno morale che può unire tutti gli uomini. Nella custodia del creato, dell’altro, di noi stessi, dei più piccoli, dei più bisognosi, dice il Papa, si realizza la «beatitudine» che Gesù ha assicurato già qui in terra a quanti si comportano il tal modo, e come «beatitudine eterna» al termine della vita mortale, come afferma nella parabola del giudizio finale raccontata dall’evangelista Matteo al capitolo venticinquesimo del suo libretto. Ma la beatitudine che altro è se non la partecipazione alla vita del Risorto? Davvero il Risorto vive in mezzo a noi!
In particolare vive nella Chiesa e i battezzati sanno di essere partecipi della Morte e della Resurrezione di Cristo in modo tutto speciale per la fede che il Crocifisso è il Figlio di Dio, il volto umano del Padre Creatore. Il Risorto vive anche in ogni uomo che si impegna per la costruzione della pace, per la crescita della giustizia, nella custodia del creato.
Infine il Risorto vive in ogni uomo in particolare nei più poveri e i più deboli: «qualunque cosa avrete fatto a questi fratelli ’ultimi’» dice Gesù, «l’avete fatta a me». Il testimone della Resurrezione, quindi, è colui che guarda al mondo e agli altri vedendo in essi il Figlio di Dio Crocifisso e Risorto e, pertanto, condurrà una vita segnata dalla speranza, dalla fiducia, cercando di superare ogni forma di pessimismo che è opera del nemico dell’uomo e di Dio, il diavolo.
La Resurrezione del Crocifisso è il «sorriso» di Dio Padre sul mondo. La Chiesa ha da essere «specchio vivo» di questo sorriso per l’umanità, il cristiano ha da esserlo per ogni fratello e sorella che incontra. Così la Resurrezione «conquisterà» e trasformerà il mondo intero. Buona Pasqua!