Gesù ci ripete «Effatà»

Letture del 7 settembre, 33ª domenica del Tempo Ordinario: «Si schiuderanno gli orecchi dei sordi, griderà di gioia la lingua del muto» (Is 35,4-7); «Da’ lode al Signore, anima mia» (Salmo 145); «Dio non ha forse scelto i poveri del mondo per farli eredi del Regno?» (Gc 2,1-5); «Fa udire i sordi e fa parlare i muti» (Mc 7,31-37)

DI ICILIO ROSSI*Il gesto di Gesù a favore del sordomuto, malgrado che Egli avesse raccomandato di non raccontarlo a nessuno, fa esplodere l’ammirazione della folla che, piena di stupore, grida: «ha fatto bene ogni cosa»!

Prendendo il racconto così come come è, notiamo che Gesù compie alcuni gesti che al massimo si presentano come preparazione a quella guarigione che sarà realizzata con una parola di comando: «Apriti».

Di queste parole decisive è pieno il Vangelo per cui Gesù è visto come uno che «comanda con autorità».

A questo punto dobbiamo ricordare che, secondo la concezione Ebraica, l’uomo intero è ammalato; quando è guarito, la guarigione si sviluppa interamente, partendo dagli organi visibilmente guariti. Secondo tale concezione, dunque, Gesù opera il miracolo e compie insieme quella nuova creazione che Dio intende portare un giorno a compimento, quasi a collocarsi, ora, con l’inizio della creazione quando «fece bene ogni cosa e vide che tutto era buono» (Genesi)In tal senso è doverosa e giusta la connessione con la nuova creazione che si produce nel Battesimo: «Effata!» Apriti, cioè, alla soavità del profumo del Vangelo, giacché sei diventata nuova creatura.

Quello che è impossibile all’uomo, non lo è assolutamente per Dio!

Se dunque, tale invito viene rivolto a persone che sono smarrite, cieche, sorde e mute (…lo siamo un po’ tutti!) Gesù intende annunziare che la situazione sarà cambiata perché Lui è la salvezza.

La conversione e la fedeltà saranno, per l’uomo bisognoso, i cammini da compiere e le mete da raggiungere.

Poi certamente il deserto e la terra arida rifioriranno!Fuori metafora, in un realismo di Grazia che ha del miracoloso, l’uomo bisognoso trova sempre Dio al suo fianco che, per guarirlo, gli ripete «Apriti» e tale esperienza non può se non farlo cantare «Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe» (Salmo della Messa 145).

Diventando sempre più capace di contemplare, scoprirai che quell’uomo guarito e rinnovato sei proprio tu!

*Da questo numero, il commento alle letture domenicali è affidato a mons. Icilio Rossi, vicario generale della diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza, già assistente regionale di Azione Cattolica.