Gesù ci promette una pesca miracolosa

Letture del 4 febbraio, 5ª settimana del Tempo Ordinario: «Eccomi, manda me» (Is 6,1-2.3-8); «Cantiamo al Signore davanti ai suoi angeli» (Salmo 137); Così predichiamo e così avete creduto» (1 Cor 15,1-11); «Lasciato tutto, lo seguirono» (Lc 5,1-11)

DI MARCO DINO BROGIGesù è ancora agli inizi della sua vita pubblica, ma sono già numerosi coloro che accorrono ad ascoltarlo. Ci racconta l’Evangelista Luca (terza lettura) che egli, per parlare a questa folla, sale sulla barca di Simon Pietro e la fa scostare leggermente dalla riva, ponendosi così al punto focale del teatro naturale delimitato dalle alture che circondano il Lago di Genesareth; quando finisce di parlare, egli invita Pietro a gettare le reti, e gli fa coronare con una pesca imprevedibilmente abbondante, che lo riempie di stupore e di timore, in una giornata in cui egli ed i soci avevano faticato senza conseguire alcun risultato.

Domenica scorsa abbiamo notato le reticenze di Geremia, il quale si dichiarava inadeguato alla missione che intendeva affidargli il Signore; il acconto della visione di Isaia, udito all’inizio della Celebrazione odierna, ci suggerisce invece di paragonare la reazione di Pietro a quella di questo Profeta.

La Liturgia della Parola si è infatti aperta con la maestosa visione che ha il Profeta, quando l’Onnipotente gli appare come un satrapo seduto in trono, circondato dalla sua corte, con i serafini che gli volteggiano attorno, proclamandone la santità eccelsa … (prima lettura): il Profeta vede i lembi del mantello, i quali si estendono ai lati del tempio, ne ode la voce possente, e subito coglie l’immensa distanza che separa lui ed il suo popolo da quel potente Signore. Questi tuttavia gli purifica le labbra con un carbone ardente, e quando cerca qualcuno da inviare, il Profeta, reso ormai sicuro di sé, subito esclama: «Eccomi, manda me!»Anche Pietro, colpito dall’evento prodigioso al quale ha assistito, intuisce di trovarsi dinanzi ad un uomo eccezionale che gli chiederà cose eccezionali, e proclama la sua indegnità; tuttavia il Signore Gesù, lungi dal modificare i suoi piani, li conferma, e gli indica a quale missione egli lo chiami: «sarai pescatore di uomini».Ed i primi chiamati, affascinati da quell’Uomo, subito lasciarono ogni cosa, come evidenzia San Luca, e seguirono Gesù, senza temere alcuno dei rischi che può comportare e comporta tale sequela.

Dopo avere seguito Gesù, per le strade della Galilea e della Giudea, gli Apostoli faranno risuonare il suo Nome sino ai confini della terra, dapprima con la loro predicazione e poi con quella di coloro che essi hanno scelto come continuatori della loro missione, e così sino ad oggi, lungo una plurisecolare catena di chiamati ed inviati, che giunge fino a noi.

Noi li ascoltiamo con piena fiducia, mentre annunziano, come si esprime San Paolo (seconda lettura), il Mistero della Morte, della Sepoltura, della Resurrezione e delle Apparizioni del Signore, sapendo che Dio stesso, che è il Pastore eterno della Chiesa, la custodisce e la protegge sempre per mezzo loro, gli Apostoli e quanti ha Egli stesso eletto Vicari del Figlio e costituito pastori, come recita il Prefazio I degli Apostoli.

Essi, come San Paolo, saranno dunque costantemente sorretti dalla grazia del Signore, il quale li ha chiamati, ed opera in loro.