Gesù ci conquista perdonando i nostri peccati
Letture del 25 marzo, 5ª domenica di Quaresima: «Ecco, faccio una cosa nuova e darò acqua per dissetare il mio popolo» (Is 43,16-21); «Per Cristo, tutto io reputo una perdita diventando a lui conforme nella morte» (Fil 3,8-14); «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei» (Gv 8,1-11)
Cosa prevarrà la legge di Mosè o la misericordia che Gesù predica fruttano l’occasione per metterlo alla prova. E Gesù vuole allo stesso tempo salvare la donna dalla lapidazione e proclamare il messaggio della misericordia: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». Ma l’uomo, che quanto più è anziano, tanto più è peccatore non può arrogarsi il diritto di giudicare e condannare il fratello. Gesù non nega il peccato, né lo minimizza, però non giudica né condanna. È così che lui ci conquista, ci attira a sé e ci fa suoi discepoli. La donna si sente sollevata dalla fiducia di Gesù, che non la condanna, ma la invita a non peccare più. La misericordia gratuita e inattesa diventa, per lei, gratitudine e impegno per una conversione permanente. Da quel momento, la vita ritrova il suo significato, è tolto il peso di un passato inquietante e si apre un futuro di speranza: “Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, faccio una cosa nuova ” (prima lettura)
Nel deserto della disperazione umana, Dio fa germogliare la speranza. Il peccato rende tristi e incapaci di guardare in avanti; il senso della colpa ci fa ripiegare su noi stessi e ci rende incapaci di compiere il bene. L’opera di Dio consiste nel liberarci da questi legami col passato, nello scioglierci dai legami del peccato che ci opprimono, per ridarci vita, gioia e speranza. L’adultera e il popolo di Israele sono segni eloquenti dell’opera rinnovatrice di Dio: cantano il miracolo della libertà ritrovata e il riaprirsi alla speranza: «Grandi cose ha fatto il signore per noi» (Salmo resp.).
Tante persone che hanno commesso errori nella vita, vivono il loro passato come una condanna da cui non riescono a liberarsi, come un meritato castigo che le costringe a tenersi lontano dal bene e dai fratelli. La comunità cristiana, «luogo del perdono e dell’accoglienza», è portatrice del messaggio di misericordia di Gesù. Essa stessa sa di essere stata creata da un gesto di misericordia, che la rende debitrice nei confronti di Dio e di ogni uomo. Il perdono, accolto, diventa sempre responsabilità.
La Quaresima è per noi l’ora del ritorno e del rinnovamento: il Signore ci invita a fare esperienza del suo amore misericordioso, a lasciare dietro le spalle il passato, a dimenticare le opere di morte che egli per primo ci ha perdonato, per tornare a vivere in pienezza la dignità e la libertà di figli di Dio.