Facciamo esperienza della Trinità

Letture di Domenica 15 giugno, Santissima Trinità: «Il Signore é Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra; e non ve n’è altro» (Dt 4,32-34.39-40); «Beato il popolo che appartiene al Signore» (Salmo 32); «Avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: Abbà, Padre!» (Rm 8,14-17); «Battezzate tutte le nazioni nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28,16-20)

div class=firma>DI SANDRO SPINELLI

Nel vangelo di questa festa ci sono offerte le ultime parole di Gesù, le parole conclusive della Sua Missione sulla terra. In questo parlare Egli pronuncia il nome di Dio: «…Padre, Figlio e Spirito Santo!».

Come introdurci a questo mistero cristiano, il mistero dell’unico Dio in tre persone uguali e distinte? La liturgia di questa domenica indica una modalità precisa per la conoscenza della realtà trinitaria eppure unica di Dio: la conoscenza esperienziale. Percorriamo senza indugi le tappe indicate dalla liturgia per fare… – pure noi – esperienza e quindi conoscenza di Dio.

• In Deuteronomio siamo invitati – col popolo ebraico – a riconoscere Dio presente accanto al suo popolo, agli uomini, in una vicinanza inimmaginabile, tanto da stupirci più della creazione stessa. Un Dio tanto presente al suo popolo da prendersi cura di ciascuno.., di ogni uomo e condurlo, passo passo verso la piena felicità. Un Dio così grande da essere l’unico in tutto l’universo e in tutta la storia.

• Nel brano evangelico di oggi, Matteo aiuta a far memoria della presenza del Signore. Cristo risorto rimane incessantemente vicino a chi lo segue. Una vicinanza che diventa missione per i Suoi: rendere possibile ad ogni uomo l’esperienza del Regno di Dio. La Presenza del Figlio di Dio è per sempre. La Sua compagnia all’uomo sa trasformare ogni situazione di vita in segno visibile del Suo Regno già presente sulla terra. Questa è la modalità concreta che Cristo Gesù ha dato a tutto il potere, ad «ogni potere,- che il Padre gli ha donato – in cielo e in terra».

• Questa prossimità assoluta di Dio, dopo la Risurrezione di Gesù e dopo la Pentecoste, continua ininterrottamente ed è sempre operante nell’intervento dello Spirito di Dio. È questo lo Spirito dei figli; è lo Spirito che ci fa vivere ogni circostanza come partecipazione della gloria di Cristo Gesù; è lo Spirito che ci svela di essere creature volute e sempre amate dal Padre. Così il mistero di Dio, unico e trino, si fa esperienza nella nostra vita e nella storia del mondo…, prima di noi, con noi e dopo di noi! Questo mistero insondabile lo possiamo riconoscere nella vicenda umana della comunità dei cristiani e dell’umanità intera. Anche le vicissitudini di povertà o di palese contraddizione possono diventare il luogo dove Dio Trinità si rivela nella Sua inesauribile ricchezza. Con questo approccio esperienziale si avverano per noi le parole del Signore quando promise il dono dello Spirito Santo: «… vi introdurrà nella verità tutta intera!» Questa è la verità: il mistero di Dio uno e trinità! La Trinità quindi non è solamente il mistero insondabile di Dio, ma è piuttosto il modo col quale Dio stesso ha deciso di rendersi noto al mondo. Ecco perché la nostra domanda non è solamente: «Chi è Dio?» oppure: «Dov’è Dio?»… bensì: «Com’è Dio?» E la Sua modalità nel farsi conoscere, ora ci è nota; Dio è:

• Padre: creatore, ricco di misericordia, che si cura del suo popolo e di ognuno;

• Figlio: l’incontrabile perché l’incarnato, il redentore degli uomini, colui che edifica il regno di Dio;

• Spirito Santo: il vivificante (rende presente Dio), il santificante.

Il comando di Gesù: «andate e battezzate tutti…» (Mt 28, 18) ci è dato affinchè ogni uomo possa stare con Cristo nella Sua Trinità. Col Battesimo ogni persona diventa certa della sua appartenenza: siamo figli di Dio e diventiamo coeredi di Cristo (Rm 8, 17) Col Battesimo si diventa partecipi del mistero di Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo; e in questo mistero noi siamo – vitalmente – immersi.Quindi, ai battezzati, agli introdotti nel mistero di Dio trinità, cosa è chiesto? Solo contemplazione o anche…? L’avventura umana di Gesù Cristo ha tracciato sulla nostra terra l’orma di Dio. Ogni giorno della vita Cristo chiede: «Seguite quest’orma! Seguite me!» È un’orma indelebile ed avvincente; l’ha lasciata Lui stesso nel mondo, nella storia e risulta incancellabile…; è la Chiesa! «Perché seguirla?» Risponde ancora Gesù: «così potrete vivere tra voi uomini -sin da ora…- come si vive in Dio! Ossia in perfetta Carità che è il fondamento dell’unità!» I credenti battezzati non solo possono lanciare uno sguardo dentro la realtà di Dio (vedere Dio…) ma possono entrare e gustare la Sua stessa vita divina. Torna alla memoria una certezza che Papa Giovanni Paolo II ha riproposto anni fa quando ricordò che noi non solo siamo stati creati per amore, ma siamo chiamati a vivere lo stesso amore di Colui che ci ha creati. Questa possibilità -che sulla terra si possa vivere la vita di Dio- è l’estremo conforto per i credenti ed anche per i non credenti…. Vivere con Dio, vivere di Dio, vivere come Dio significa non essere più in balìa di un destino avverso, di un futuro incerto ed ossessionante, di una storia che schiaccia, di un mondo che diventa il palcoscenico di attori senza volto e personalità…Questa è la fonte della nostra passione per tutto e per tutti; per questa ragione possiamo cantare: O Signore mio Dio, quanto è grande il Tuo nome su tutta la terra!