Evangelizzatori solo se seguaci

Sono tre i punti che il brano di vangelo offre oggi alla nostra attenzione e tutti e tre in grande sintonia con l’Anno della Fede che stiamo vivendo: 1) Gesù dalla barca di Simone annuncia la parola di Dio alla folla che gli fa ressa attorno; 2) Simone, sulla parola di Gesù, getta le reti e raccoglie una grande quantità di pesci; 3) Gesù chiama Simone e i suoi compagni a seguirlo per farli pescatori di uomini. 

Anche se non siamo esperti nella lettura dei vangeli ci rendiamo conto che questo racconto di Luca non è solo la narrazione di un episodio della vita di Gesù, ma l’esposizione del compito primario della Chiesa: annunciare la Parola di Dio. Ci fa pensare alla Chiesa lo scenario in cui si svolge l’episodio: il lago, la barca guidata da Pietro e dai i suoi compagni dopo che, avendo lasciato tutto, hanno seguito il Maestro.

Mi soffermo solo sull’attrazione che l’annuncio della Parola ha o non ha sugli uditori. «La folla faceva ressa attorno a Gesù per ascoltare la parola di Dio». «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla». Allora, una folla si accalcava, attorno a Gesù per ascoltare la sua parola, mentre oggi, nell’annuncio del Vangelo potremmo ripetere le parole di Simone: «abbiamo faticato… ma non abbiamo preso nulla». Anche la proposta di celebrare un Anno della Fede non mi pare smuova folle di credenti e di non credenti desiderosi di ascoltare la Parola. Sembra che gli uomini, pur delusi da tutto ciò che è terreno e in ricerca di qualcosa di Infinito, tuttavia non abbiamo sete della Parola di Dio. Perché? E, in modo un pochino più imbarazzante per noi credenti, perché nella ricerca, sebbene disordinata, di qualcosa che soddisfi il cuore nella maggior parte (salve alcune lodevoli eccezioni) dei nostri fratelli e sorelle non «inciampano» nel Vangelo che, almeno nella loro fanciullezza, hanno incontrato? Queste domande non dovrebbero solo rattristarci, ma risvegliare in noi lo zelo per l’annuncio della Parola e l’inventiva per trovare modi nuovi di farlo, come ci ha chiesto il Concilio Vaticano II e recentemente il Papa, con l’indizione l’Anno della Fede che ha come scopo principale l’evangelizzare nuovamente i battezzati non più credenti.

«Sulla tua parola getterò le reti» sono queste le parole con le quali Simone si arrende alla richiesta umanamente assurda di Gesù in quanto sa bene che non si pesca di giorno, ma di notte. Fa gettare le reti e «prendono un’enorme quantità di pesci». Qui troviamo il segreto di ogni attività della chiesa e del cristiano. Alla base di tutto deve esserci la fede che non ha come punto di riferimento dottrine elaborate da menti superiori, ma la persona di Cristo; che non si basa su nessun altro fondamento che non sia il Figlio di Dio incarnato, crocifisso e risorto; che non usa altri strumenti che la povertà della Parola, il rinunciare ad ogni compromesso con i potenti di turno e che non fa preferenze di persona. Soprattutto una Chiesa che si presenta agli uomini forte solo della croce di Gesù Cristo, sapienza di Dio e stoltezza per gli uomini che contano solo sulla loro sapienza. Se l’annuncio non parte da uomini che hanno fatto di Cristo crocifisso il loro unico bene, buttando a mare tutto quello che avevano (anche altri stili di vita che avevano ipotizzato), per quanto dipende da loro, l’annuncio sarà inefficace.

Se la mia riflessione si fermasse qui, però, sarebbe enormemente carente perché ciascuno potrebbe nascondere le proprie responsabilità dietro le manchevolezze altrui. Quanti di noi fedeli, anche di coloro che hanno ricevuto il sacramento dell’Ordine, non diciamo… «ma la Chiesa qui sbaglia, è addietro, dovrebbe trattare in altro modo i fedeli, ecc…», dimenticando la verità più ovvia che la Chiesa siamo noi. Pertanto dovremmo chiederci se al centro della nostra fede e del nostro comportamento c’è davvero Cristo, se avvertiamo anche noi, per piccoli che ci sentiamo, l’urgenza di annunciare il Vangelo oltre che con le parole, con una condotta di vita più conforme agli stili evangelici. Solo se le parole di Pietro sono vere anche per noi, potremo affidarci completamente alla potenza della Parola perché, pur riconoscendoci peccatori, ci siamo messi a seguire il Maestro, nostra forza e nostra gioia.