Dopo la chiamata, l’invio: «Andate!»
Siamo di fronte ad un evento di una portata enorme. Finora Gesù ha scelto dodici apostoli, come continuatori delle dodici tribù d’Israele; poteva sembrare che la sua opera si restringesse nei confini del popolo ebraico. Con la chiamata dei 72 discepoli e la loro andata, si prefigura e preannuncia l’evangelizzazione di tutti i popoli.
Si riteneva che i popoli della terra abitassero 72 nazioni; ecco perché sono scelti e mandati 72 discepoli. A due a due, perché fra gli ebrei, affinché una testimonianza fosse veritiera, andava attestata da almeno due persone.
Li scelse; li inviò a due a due; davanti a se: a preparagli la strada; a disporre i cuori alla sua accoglienza. Ben convinto che due discepoli per ogni popolo sono ben pochi, la prima opera che comanda è: pregate! Biondeggiano le messi al brusire del vento; ogni spiga un’anima. Occorrono mietitori: pregate perché il Signore della messe mandi operai per la sua mietitura.
Dopo la chiamata, ecco l’invio: andate! Sono mandati come agnelli in mezzo ai lupi: immagine più efficace non poteva trovarla. Siate miti di fronte alle difficoltà; di più: siate pronti a dare la vita. Dinanzi a un tale mandato, uno si aspetta un’adeguata armatura; tutto il contrario: non portate borsa, né bisaccia, né sandali. Nessuna difesa. Nessuna scorta di cibo o denaro. Non attardatevi nel salutare, perdendo tempo prezioso. Affrettatevi ed entrate nelle città e bussate alle case. Date a tutti l’augurio della pace: il dono messianico, colmo di tutte le benedizioni di Dio. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti tornerà su di voi. Non andrà sprecata. L’ospitalità è sacra: venite accolti, restate, mangiando e bevendo di quello che vi viene dato. Così dicendo, Gesù riteneva puri tutti i cibi. È dal di dentro che esce il male; non è dal cibo di cui ci nutriamo. Curate gli infermi: la prima opera è la carità. Poi annunciate: Il regno di Dio è vicino. Dopo la carità, l’annuncio: Dio vuole stabilire il suo regno tra le genti. Regno di giustizia, di grazia, di misericordia, di unità, di fraternità, di riconciliazione, di amore. Ci sarà chi vi accoglierà, ma ci sarà anche chi non vi accoglierà. Anche a costoro dite: Il regno di Dio è arrivato, è presente; sappiate che state rifiutando la sua visita, la sua salvezza. Scuotete la polvere dai vostri piedi e però: continuate; proseguite. Senza scoraggiarvi. La missione deve continuare, il rifiuto non deve impedirla. Il regno di Dio entrerà come lievito nella pasta, come sale nella terra, come luce nel mondo.
Partirono. Andarono. Fecero ritorno. E Luca evidenzia: pieni di gioia, riferirono a Gesù i loro successivi operati nel «suo nome», grazie alla sua potenza. Erano stati semplici strumenti. Il Signore, a conferma della veridicità della predicazione, aveva dato efficacia di potenza alle parole. «Signore, anche i demoni si sottomettono a noi, nel tuo nome!» E Gesù si unisce alla gioia del trionfo e conferma: Io vedevo Satana cadere giù dal cielo come una folgore. L’impero del male crolla giù. Ma rallegratevi che vi è stata riservata la ricompensa nei cieli.
Tiriamo una conclusione pratica, che riprenderemo: il cristiano missionario. Non si tratta di preti o religiosi, ma di battezzati e, per ciò stesso, di missionari. Tutti mandati, non per fare proseliti, ma per donare i doni di grazia e di misericordia a noi dati. Attraverso l’apostolato della strada, gomito a gomito: nella casa, nella strada, nella piazza, dovunque. Viene da ricordare il diacono Filippo, che sospinto dallo Spirito Santo, va sulla strada che da Gerusalemme scende a Gaza. Lì incontra un funzionario della regina di Etiopia; fa «autostop»; sale sul carro e catechizza l’uomo talmente bene, che, alla vista dell’acqua, costui chiede di essere battezzato.
L’apostolato della strada. Strada facendo.
*Sacerdote cappuccino