Dio guarisce i nostri mali con la terapia dell’amore

Letture del 30 marzo, quarta domenica di Quaresima: «Con l’esilio e la liberazione del popolo si manifesta l’ira e la misericordia del Signore» (2 Cr 36,14-16.19-23); «Il ricordo di te, Signore, è la nostra gioia» (Salmo 136); «Morti per i peccati, siamo stati salvati per grazia» (Ef 2,4-10); «Dio ha mandato il Figlio perché il mondo si salvi per mezzo di lui» (Gv 3,14-21)

DI ANGELO SILEIC’è una terapia che Dio applica continuamente alla nostra vita malata. È una terapia che a volte non avvertiamo. Anzi spesso ci sentiamo trascurati proprio in questo. È la terapia dell’amore. La parola di questa domenica ce lo ripete in ogni modo: Dio ha premure incessanti verso di noi, Dio ci ama con amore grande, Dio ci ha tanto amato che ha dato suo Figlio.

Poche cose guariscono la vita come l’amore. D’altra parte: poche cose rendono la vita sofferente come la mancanza d’amore. Vive sereno il bambino che sa di essere amato; vive male e va in crisi profonda il bambino che non conosce l’amore dei genitori. Per chi è malato è fonte di sollievo la vicinanza di qualcuno; la solitudine porta alla disperazione. Molte fughe verso la droga hanno alla radice un evidente o nascosto deficit di affetto. È sempre questione di amore: è la medicina della vita.

Gesù ha soprattutto manifestato amore. Ha considerato sempre questa terapia come vincente, anche di fronte al male più violento. Tanto che ha proposto e applicato sempre la strategia del perdono. Il male non si vince con il male, ma con il bene; l’odio si sconfigge con l’amore. Questo deve fare l’uomo con l’uomo; questo fa Dio con l’uomo.

La quaresima, con i suoi molti richiami e con le sue molte occasioni, è il tempo della carezza di Dio. Non si tratta solo di fare penitenza, ma si tratta di riconoscere che in questo tempo Dio è ben disposto verso di noi. Ricordo una predica della sinagoga per il Giorno dell’Espiazione, giorno di preghiera e di digiuno, un concentrato della nostra Quaresima. Vi si dice: «Quando il Santo – benedetto egli sia – sale per sedersi sul seggio del giudizio, vi sale per applicare la giustizia. Ma quando gli Israeliti prendono lo shofar e lo suonano, il Santo – benedetto egli sia – scende dal seggio della giustizia per sedersi su quello della misericordia. All’udire lo shofar egli si riempie di compassione per loro e ha misericordia di loro, cambiando la misura della giustizia nella misura della misericordia». Accade nella Quaresima come nel Giorno solenne dell’Espiazione. In questo tempo Dio ci vuole ricordare e offrire il suo amore per aiutarci nel nostro cammino di conversione.

Questo amore Dio lo ha riversato su di noi nella storia della nostra vita nel tentativo di correggerci, negli avvenimenti anche dolorosi che l’hanno attraversata. È la lezione del libro delle Cronache: un popolo peccatore rilegge la propria vicenda storica e riconosce la voce e la mano di Dio tesa a salvare il suo popolo e la sua città. Dopo il tempo doloroso dell’esilio, di nuovo Dio manifesta il suo amore e la sua predilezione aprendo la via della libertà e del ritorno. Così il popolo impara a sentirsi amato dal suo Dio, sempre, in ogni circostanza.

Ma questo amore Dio lo ha riversato sul mondo in modo sommo nella morte del suo Figlio. Lo ha dato per tutti. Il messaggio del vangelo dalla bocca di Gesù e di Giovanni è quanto mai consolante e sicuro. È una lettura del dramma della passione e della croce come gesto d’amore, voluto, per noi, per il nostro bene.

La carezza di Dio è Gesù con la sua storia, con le sue parole, con i suoi gesti, con la sua morte. Sostiamo davanti al Crocifisso e lasciamo che il balsamo di quell’amore lenisca i nostri mali. La nostra vita può guarire toccata da tanto amore. «Dio, ricco di misericordia per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo». È una ricetta decisiva e infallibile per la nostra guarigione: sentirsi amati da Dio.