Dio entra nella storia
L’avvento della realtà divina incarnata di Cristo si sviluppa in Israele e poi nella Chiesa per arrivare al mondo intero. Colui che ha voluto farsi uno di noi, userà anche le nostre categorie umane per proporre la salvezza ai fratelli.
Questa radicale vicinanza ci può anche disorientare e la sua tenda simile alle nostre renderci difficile capire che quell’inquilino comune, è senza peccato e ha capacità divine. Per questo S. Giovanni deve constatare la chiusura ostinata di chi non ha voluto riconoscere la luce che veniva nel mondo, e così il passaggio di Gesù nel mondo, per molti, anche tra i vicini, è passato inosservato. Così come avvenne nel primo Natale si può ripetere ancora.
La creazione nel Verbo di Dio era dall’eternità il piano di salvezza per mettere in rapporto con il Padre noi uomini e con noi tutto il mondo nella figliolanza dell’eterno Figlio. Anche se tutto questo doveva compiersi mediante l’incarnazione e la croce (Ef 1, 7). Ciò è qualcosa di difficile comprensione per cui l’apostolo supplica per noi lo Spirito Santo affinché noi possiamo comprendere “a quale speranza” siamo chiamati mediante il Figlio, giacché nessun uomo potrebbe supporre per sé una destinazione tanto grande. Solo lo Spirito di Dio, posto nel nostro cuore, ci rende capaci di tale ardimento, di considerarci come «eredi» di tutta la «gloriosa ricchezza» di Dio.