Dio è paziente, non vendicativo
Gli interlocutori di Gesù, pur senza esprimerla, hanno una precisa opinione circa coloro che si trovano coinvolti in gravi disgrazie. Essi ritengono che ciò accada loro come punizione divina per i peccati commessi. Gesù nega in modo fermo che possa essere questo l’insegnamento da trarre da quei due eventi. Lo dice con una domanda, ripetuta ben due volte: «credete che fossero più colpevoli di tutti gli altri?…», affermando con chiarezza che Dio non si vendica per il male commesso dai suoi figli. Le disgrazie che accadono, dice Gesù, sono un invito per tutti a riflettere sulla nostra vita, a verificare se davvero è indirizzata verso Dio.
La risposta del Maestro non si ferma qui. Ma per far comprendere bene che Dio non è un Dio che si vendica, racconta la breve parabola del fico improduttivo. Il fico rappresenta il popolo di Israele, ma anche tutti noi, quando non portiamo frutti di conversione. Il vignaiolo rappresenta Gesù che è venuto per salvare gli uomini. Il padrone del terreno dove è piantato il fico rappresenta Dio. Di fronte alla decisione del padrone di tagliare il fico per la sua ripetuta infruttuosità, interviene il vignaiolo: «Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai». Qui termina la parabola lasciando in noi la dolcezza e la speranza di quell’«anno» a disposizione per la nostra conversione. «Dio non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva». Dio è amore, amore durevole, amore che sa attendere: è questa la «pazienza» di Dio che contiene in sé anche un altro grande valore. Un valore di fronte al quale dovremmo riprendere coraggio, perché la pazienza di Dio mostra che Egli ha fiducia in noi. E se è Lui ad avere fiducia in noi, perché noi disperiamo? Non dimentichiamo che la disperazione è una bestemmia, perché nega che Dio è amore.
Il vangelo di oggi, pur breve, dovrebbe essere per ciascuno di noi una bella iniezione di speranza e di gioia. Dio è grande e «lungo» nell’ amare, non si vendica, non punisce, ma chiama tutti a tornare a Lui con fiducia perché Egli è nostro Padre. Uno dei modi attraverso i quali possiamo mostrare a noi stessi che stiamo tornando a Lui, è quello di assumere l’atteggiamento di un «grande e lungo amare» nei confronti dei fratelli e delle sorelle con i quali viviamo. «Lasciamo loro ancora un anno», come Dio lo lascia a noi e, allora, siamo certi che l’anno lasciato a noi da Dio, non sarà stato invano.