Di fronte ai nemici Gesù ci dice: «non abbiate paura»
22 giugno, 12ª domenica del Tempo ordinario: «Il Signore ha liberato la vita del povero dalle mani dei malfattori» (Ger 20,10-13); «Nel tuo grande amore rispondimi, o Dio» (Salmo 68); «Il dono di grazia non è come la caduta» (Rm 5,12-15); «Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo» (Mt 10,26-33)
di Marco Pratesi
La rivelazione biblica sia vetero che neotestamentaria, ci avverte a chiare lettere che abbiamo da scontrarci con dei nemici. Chi è il nemico? È colui che vuole riunchiuderti definitivamente nel buio e farti gelare il cuore in petto, uccidere in te la fiducia, soffocare il bene, chiuderti agli altri, mostrare falso ciò in cui credi, insomma distruggerti. Chi merita appieno questa definizione è «il nemico» per eccellenza, lo spirito del male (cf. Mt 13,39; Lc 10,19) con i suoi angeli. Ma certo si incontra qualcosa del genere anche nelle relazioni interumane (un po’ tutto il Salterio ce lo ricorda), quando veniamo in contatto con persone che, più o meno consapevolmente e volontariamente, hanno – o possono avere – questi effetti. C’è una lotta da sostenere per rimanere vivi, aperti, fiduciosi, positivi, e avere perciò qualcosa da portare al mondo. Una lotta che possiamo vincere perché in Cristo siamo già salvi «dai nostri nemici e dalle mani di tutti quelli che ci odiano» (Lc 1,71) cosicché possiamo servire Dio »senza paura, per tutti i nostri giorni» (Lc 1,74). Per vincerla è fondamentale essere nell’atteggiamento del povero che grida al Signore, che non si fonda sulle proprie risorse, ma affida a lui la propria causa, nella certezza assoluta che il Signore farà giustizia. Perché nella misura in cui si ricerca la verità e l’amore Dio è con noi; e nella misura in cui queste cose sono combattute e oppresse è già all’opera il giudizio di quel Dio che sazia i poveri e spoglia i ricchi.