Da Maria tre insegnamenti su come accogliere lo Spirito

Letture dell’8 dicembre, Immacolata Concezione di Maria: «Io porrò inimicizia tra te e la donna» (Gn 3,9-15.20); «Abbiamo contemplato, o Dio, le meraviglie del tuo amore» (Salmo 97); «Dio ci ha scelti in Cristo prima della creazione del mondo» (Ef 1,3-6.11-12); «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore é con te» (Lc 1,26-38)

di Silvano PiovanelliLa seconda domenica di Avvento quest’anno cade il giorno 8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. La coincidenza sottolinea una presenza ed un rapporto che appartiene al mistero dell’Avvento. Il Papa Paolo VI lo espresse il 24 aprile 1970, in una omelia ai fedeli di Sardegna presso il Santuario di Nostra Signora di Bonaria, con queste parole audaci che qualcuno, superficialmente, potrebbe giudicare pietistiche: «Se vogliamo essere cristiani, dobbiamo essere mariani, cioè dobbiamo riconoscere il rapporto essenziale, vitale, provvidenziale che unisce la Madonna a Gesù, e che apre a noi la via che a lui conduce».

Il Concilio Vaticano II, nella Costituzione dogmatica sulla Chiesa, ci ammonisce a non sovvertire i dati del disegno salvifico del Padre, a non staccare il Frutto benedetto dalla Radice santa, a non scindere la Parola eterna dal grembo che l’accolse e dal cuore che la custodì. In virtù del suo radicale inserimento nel mistero dell’incarnazione del Verbo, la Vergine risulta intimamente collegata con tutta la storia della salvezza. Tanto che il santo monaco Giovanni Damasceno potrà scrivere: «Il solo nome di Theotokos, Madre di Dio, contiene tutto il mistero della salvezza». Quindi, la cristologia è anche mariologia, e si potrebbe aggiungere: l’ecclesiologia, la pneumatologia sono anch’esse una mariologia. (cfr. 208° Capitolo generale dell’Ordine dei Servi di Maria). Come afferma il Vaticano II: Maria, madre di Cristo e madre degli uomini, nella Chiesa santa occupa, dopo Cristo, il posto più alto e il più vicino a noi (LG,54).

San Bernardo abate, in un suo discorso sull’Avvento, dice: «Conosciamo una triplice venuta del Signore… Nella prima venuta egli venne nella debolezza della carne… nell’ultima verrà nella maestà della gloria… nella intermedia egli viene nella potenza dello Spirito». Maria è nostra Madre e Maestra per aiutarci ad accogliere la venuta intermedia del Signore Gesù. Maria ci insegna come Egli possa nascere e crescere in noi sino alla misura che conviene alla piena maturità del Cristo (Ef. 4,13).Tre cose importanti, anzi essenziali, impariamo da Maria visitata dall’Angelo Gabriele. La prima è lo stupore. Bisogna meravigliarsi di quello che il Signore opera in noi e per mezzo di noi, perché è tale la sproporzione fra quello che Dio ci domanda e le nostre capacità che tutto, proprio tutto, è opera sua, nonostante i nostri limiti e le nostre colpe. La seconda cosa da imparare è quello che l’angelo ha detto a Maria: «Lo Spinto Santo scenderà su di te». Lo Spirito Santo è capace di cambiare il cuore di pietra in cuore di carne, di rendere fecondo anche il deserto, di risuscitare i morti da gran tempo, di trasformare una distesa di ossa aride in un popolo che canta, in piedi, la vita. Lo Spirito è la garanzia assoluta che il disegno di Dio si realizzerà, nonostante tutto, se noi accoglieremo la parola del Signore. I,a terza cosa che nell’annunciazione Maria ci insegna è il segno dell’autenticità delle nostre interiori disposizioni: il riconoscimento dell’azione dello Spirito negli altri. Se noi vedremo nei fratelli e nelle sorelle che lavorano al nostro fianco, o semplicemente incontriamo, la presenza del Signore e la sua azione, sapremo riconoscere l’amore di Dio anche nella nostra vita Altrimenti limiteremo il nostro orizzonte, ci ripiegheremo su noi stessi, saremo chiusi nella nostra tristezza.

Maria, in ogni tempo, particolarmente nel tempo di Avvento, fa sue per noi le parole del profeta Isaia: «Casa di Giacobbe, vieni, camminiamo nella luce del Signore!».