Cristo risorto è in mezzo a noi

Letture del 30 aprile, terza domenica di Pasqua: «Avete ucciso l’autore della vita; ma Dio l’ha risuscitato dai morti» (At 3,13-15.17-19); «Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto» (Salmo 4); «Gesù Cristo è vittima di espiazione per i nostri peccati e per quelli di tutto il mondo» (1 Gv 2,1-5); «Il Cristo doveva patire e risuscitare dai morti il terzo giorno» (Lc 24,35-48)

di Carlo StancariLa sera di Pasqua la liturgia ci ha fatto leggere il racconto dei discepoli di Emmaus. Il brano di oggi ne è il seguito. I discepoli ritornano a Gerusalemme e là Gesù si mostra ad essi. Luca non si perita a sottolineare la loro incredulità, il loro stupore. Non sono né degli esaltati né degli illuminati. Se hanno finito per credere davvero, questo è avvenuto grazie agli incontri di persona con il Cristo vivo, risuscitato. È solo allora che tutto quello che avevano vissuto con Lui, che avevano ascoltato dalla sua bocca, comincia a prendere il suo vero senso. Gesù apre le loro menti alla comprensione delle Scritture e degli avvenimenti di cronaca. È in mezzo a loro come fonte di pace e di unità. Il totalmente consegnato alla morte (l’anti-creazione in atto) e risuscitato. Da qui la predicazione di Pietro (prima lettura), predicazione sotto forma di testimonianza: Gesù è «il Santo, il Giusto», «l’autore della vita», colui che Dio ha risuscitato dai morti. Tuttavia il popolo lo ha rifiutato; ma il Dio dei viventi non può condannare: egli invita alla conversione. Dio ama tutti, anche quelli che non credono in Lui, anche chi Lo crocifigge. Questo e il vero volto di Dio: Colui che suscita vita, che offre una possibilità ulteriore, che apre ad una speranza che non è conseguenza delle nostre scelte, ma che previene ogni nostro merito E per la potenza di amore della Sua Parola che tutto esiste, e che la resurrezione è l’evento che sta a fondamento della fede e del senso del nostro vivere e operare. Testimoniando la risurrezione di Gesù, annunciando la conversione per il perdono dei peccati, Pietro è così fedele alla sua missione. Parola e Pane condivisi ci fanno rivolgere, oggi e tutti i giorni, radicalmente a Cristo e ai fratelli, in un unico sguardo d’impegno e di dedizione.

Giovanni ci dà la sua specifica testimonianza (seconda lettura) ciò che ha conosciuto del Verbo della vita, Gesù, Messia e Servo. Questa «conoscenza» non si può fare oggi senza osservare i comandamenti; scartandoli, di fatto si rigetta il Signore. Credere in Gesù morto e risorto, vuol dire permettere all’amore di trasformare i nostri cuori e i nostri comportamenti. «Toccando» («Toccatemi», dice il Risorto ai suoi amici) le membra doloranti del vivente corpo dì Cristo, si confessa oggi la nostra fede nel Risorto. Dio ha vinto i potentati mondani e ci dà la possibilità di continuare la stessa opera di Gesù, amando come Lui. Di questi testimoni ha urgente necessità il nostro mondo incredulo e smarrito tra le mille seducenti proposte che lasciano tanta inquietudine e vuoto. La testimonianza non è dire parole (quanti parolai!), ma essere umili e lieti operai della vigna del Signore nella ferialità dei giorni.

Testimoni del Cristo risorto, siamo chiamati a convertirci, a cercare nella fede in Lui il cammino della fedeltà a Dio. Ringraziamo incessantemente il Cristo, primo dei risorti, eternamente presente alla sua Chiesa. Apriamoci all’intelligenza delle Scritture e, per mezzo di esse, a entrare nel progetto di Dio sull’umanità, come testimoni gioiosi del Cristo operante con il Suo Spinto nel mondo. II Risorto infatti non è più relegabile in un luogo o in un’esperienza manipolabile («eccolo qui, eccolo là»). Ormai è nella compagnia degli uomini, sta in mezzo a noi, condivide il nostro passo; ci dà di passare dal necrologio delle nostre malefatte, al senso e all’orientamento della speranza inscritta nell’opacità delle nostre tortuose e contraddittorie vicende.

Alla luce della Parola trova senso il nostro lavoro, il nostro impegno, il nostro gioire e soffrire, il nostro cercare e credere non semplicemente in Dio, ma nel Dio che ha risuscitato dai morti il Suo Figlio Crocifisso.