Commento al Vangelo: Gesù chiedete anche a noi «Ma voi, chi dite che io sia?»

Cesarea di Filippo, alle sorgenti del Giordano, zona bella e rigogliosa, al tempo di Gesù ambiente di rifugio e protezione. Il Signore riconosce nelle ostilità un futuro di persecuzione e di morte, e deve preparare i discepoli al mistero della Croce e quindi vuole capire cosa hanno compreso di lui nel tempo in cui hanno vissuto assieme.

La domanda parte da quello che «dice la gente» di lui, ma punta a «voi chi dite che io sia?». Domanda fatta ai discepoli ma anche a noi che ascoltiamo questa pagina evangelica: Chi è Gesù per me? La risposta viene da Pietro: «Tu sei il Cristo (il Messia), il Figlio del Dio Vivente».La beatitudine che segue, per Pietro a anche per noi, dichiara che «carne e sangue», cioè l’umanità fragile (Siracide 17,30-31) non sono bastanti a riconoscere Gesù come Messia di Dio ma è una Rivelazione del Padre.Definire Simone come «roccia» rimanda al testo conclusivo del discorso della montagna: la casa costruita sulla roccia che non frana a differenza di quella costruita sulla sabbia. È la proclamazione del discepolo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia e che sa resistere a ogni genere di tempesta. Questo testo non solo funziona in lingua greca ma pure in aramaico e consente, data la quantità dei semitismi, di appartenere alle parole di Gesù conservate dalla tradizione.La Chiesa è una realtà edificata da Cristo, e, come Israele si sentiva fondato sulla fede di Abramo (Rm.4), cosi la comunità cristiana trova in Pietro la sua roccia, costituita tale da Gesù stesso. Tale Chiesa non deve temere le «potenze degli inferi», il mondo della morte perché come dice Isaia: «Ecco, io pongo una pietra in Sion, una pietra scelta , angolare, preziosa, saldamente fondata: chi crede non si turberà.. sarà annullata la vostra alleanza con la morte; la vostra lega con gli inferi non reggerà..» (28.16-18).A Pietro sono consegnate le «chiavi», segno di autorità nel servizio al Regno nel tempo della Chiesa, perché le chiavi in senso assoluto sono solo del Risorto (Ap.1,18). Pietro in modo autorevole e con lui tutta la Chiesa è chiamato a «legare e sciogliere»; linguaggio rabbinico, che indica l’autorità della interpretazione della Torà, perfornire il giusto cibo della Parola di Dio alla Chiesa pellegrinante nella storia. Pietro e i suoi successori, dovranno insegnare, guidare, e,con autorità, spiegare la «giustizia più grande» del Vangelo.