Bisogno di vedere questione di vita

Letture del 26 Ottobre, 30ª domenica del tempo ordinario: «Riporterò tra le consolazioni il cieco e lo zoppo» (Ger 31,7-9); «Grandi cose ha fatto il Signore per noi» (Salmo 125); «Tu sei sacerdote per sempre, alla maniera di Melchisedek» (Eb 5, 1-6); «Che io riabbia la vista!» (Mc 10,46-52)DI ICILIO ROSSICi sia permesso allargare la riflessione, per un messaggio più pieno, su un segno che, come tale è destinato a non esaurirsi nell’episodio di un cieco che non è più tale dopo che viene investito dall’onnipotenza di Gesù. Il suo grido, infatti, diventa nota costante di una melodia senza fine, come infinita è la potenza misericordiosa di Dio. Questo grido, perciò, si trasformerà nella voce di ogni uomo che, presto o tardi, sentirà il bisogno della supplica, imitando la fede semplice del cieco del Vangelo. E questo sarà il momento nel quale, nel suo intimo, l’uomo si riconoscerà bisognoso di redenzione, per vedere con occhi nuovi, il volto del Dio della vita. È l’aspirazione del Salmo che mette nel cuore la preghiera: «Quando vedrò il volto di Dio?» Bisogno di amareSiamo alla preghiera dei pellegrini esiliati, perché il Salmo 125 nasce dopo l’esilio babilonese, quando i primi esuli si avviano verso Gerusalemme. Salvezza e liberazione dovranno riprendere il loro corso come i torrenti del Negheb. Il rapporto di un Dio che «compie grandi cose», riacquista tutta la sua espressione di gioia e di vittoria: «Grandi cose ha fatto il Signore per noi». Allora la preghiera degli esuli e dei pellegrini diventa preghiera di desiderio e di amore insieme, la preghiera del figlio che desidera ristabilirsi nella casa del padre, per godere della sua presenza. È soprattutto una questione di amore, perché non possiamo vivere la carità quaggiù, senza il desiderio di vedere il volto di Dio. Nello stesso tempo solo colui che ha trovato Dio, può avere questo desiderio. Chi ama Dio vuol vederlo, vuol vedere il suo volto e più la carità prende possesso della persona, e più desidera vedere Dio. È il bisogno della cerva che anela ai corsi d’acqua determinato dall’esigenza di trovarla, pur correndo qua e là nel deserto per tutto il giorno, perché non può vivere senza! Bisogno di SalvezzaSenza dubbio, il gridare «Gesù, Figlio di David» evoca l’attesa della salvezza e della liberazione e non è solo il cieco a gridarlo». «Vieni Signore Gesù! Venga il tuo Regno»: queste ed altre espressioni altro non costituiscono se non il desiderio della pienezza, il dinamismo dell’esistenza cristiana, per vedere finalmente il Padre, l’aspirazione verso la speranza dell’amore fraterno. Per la verità, è anche la speranza poderosa della Chiesa di vedere la gloria del Signore trionfare, sì da divenire cammino di lei, preoccupata di farsi più ricca e più bella per l’incontro con lo Sposo. A S. Teresa fu chiesto: «dov’è il tuo Dio, perché lo possa vedere?». Rispose: « È là dove sto andando!» Bisogno di liberazioneLa libertà non è solo indipendenza da costrizioni esterne, ma scoperta appassionata di qualcosa di più buono e di più grande da scegliere e realizzare. È vero che oggi la parola «scelta» fa paura! Fa paura scegliere la verità, scegliere la coerenza, scegliere di rinunciare. Ma la vera libertà, quella da conquistare, si esprime solo, come offerta e come dono, nella necessità di scegliere continuamente non una volta per tutte, perché liberi si diventa non si è! Allora la libertà che ti offre il Regno di Gesù che è invocato, diviene capacità di amare gratuitamente, capacità di volere il bene perché è Bene.

La libertà, la vita sono doni del Dio attento al grido dell’uomo sofferente e bisognoso che invoca, gridando come il cieco! È in Gesù che il Padre ci ridona la terra nuova, la libertà, la pienezza della vita: una «vista» radicalmente nuova. «Abbi pietà di me!»: la nostra salvezza dipende da Dio, ma ora è destinata a passare necessariamente attraverso Cristo; Lui diventa il mio progetto, nel quale intravedo la mia salvezza. Nell’invocazione del cieco di Gerico, nelle invocazioni di tutti i pellegrini esiliati, la preghiera è vera se è capace di esprimere tali sentimenti e tali desideri!» O Signore, ancora una volta ti chiediamo «insegnaci a pregare» per sperimentare che grandi cose hai compiuto anche per noi».