Amare le chiese per amare la Chiesa

Letture di domenica 9 novembre, Dedicazione Basilica Lateranense: «Signore, siano aperti i tuoi occhi verso questa casa» (1 Re 8,22-23.27-30); «Adoriamo il Signore nella sua santa dimora» (Salmo 94); «Come pietre vive, voi venite impiegati per la costruzione di un edifico spirituale» (1 Pt 2,4-9); «I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità» (Gv 4,19-24).

DI ICILIO ROSSI«Madre e capo di tutte le chiese». Tale enunciazione per la festa di questa domenica, ne costituisce il contenuto più vero e più ricco. Ed è importante sottolineare che accanto al legame istituzionale con il passato, in virtù di ciò che questa basilica vuol rappresentare, essa propone la celebrazione della comunione della Chiesa Latina «diffusa su tutta la terra», la quale, nella comunione ha un principio visibile nella chiesa di Roma e del suo Vescovo. Il Vescovo di Roma, infatti, successore dell’Apostolo Pietro è, per mandato di Gesù, pastore universale di tutta la Chiesa e per questo la sua Cattedrale simboleggia la Chiesa universale. Ma oltre la storia, il formulario odierno, da una parte intende sottolineare fortemente il senso della costruzione nel segno visibile, dall’altra si dimostra carente nel proporre, sempre con tale segno, una più vasta comunione ecclesiale che la festa odierna allargata a tutte le chiese, vorrebbe significare. Categoria biblico–liturgicaMolti richiami ci aiutano a comprendere il significato e il valore rappresentato dalla Cattedrale nella Chiesa particolare. Innanzitutto essa va al di là del semplice ricordare storicamente. Nella «memoria» della Basilica Lateranense e di tutte le Cattedrali, ogni evento è sentito e rivissuto come attuale, oltre l’usura e le nuove esigenze del tempo. La stessa datazione, che la pone in un dato momento della storia della diocesi, non ne segna un limite! Nel momento in cui la cattedrale resta un documento della fede dei Padri, è appello a confermare oggi la tradizione, assumendola con tutta la carica di nuove responsabilità derivanti dalla riscoperta che il Concilio Vaticano II ha offerto relativamente al significato e al valore della chiesa particolare. Per questo, la cattedrale, la chiesa parrocchiale presenza giustificante e impegnativa insieme, segno profetico della Gerusalemme attesa, che scende dall’alto, promessa e anticipazione del futuro che dobbiamo preparare nelle opere e nei giorni, arricchendola e prolungandola con la testimonianza di quanti ci hanno preceduto. La riflessione che ci viene proposta, ci colloca in tale prospettiva ecclesiale e dinamica, per cui la Cattedrale di Roma, le cattedrali, ogni singola chiesa parrocchiale, sono non solo monumento, ma segno e simbolo della città futura, della Gerusalemme celeste. Amare la chiesaQuesti aspetti più direttamente basati sul fondamento dell’essere uniti nel segno del tempio visibile, sono richiamo al dovere di costruire la Chiesa, di incrementare il nostro amore per lei di acquisire sempre più decisamente, la coscienza ecclesiale. Non si tratta di accrescere lo spirito intorno al «campanile», ma piuttosto di amare la chiesa come parte viva della stessa, «pietre vive». Sarà importante sviluppare la dottrina del Concilio per cui la Chiesa è in Cristo come Sacramento e segno, mezzo di unione intima con Lui e dell’unità di tutto il genere umano. Ma di tutto questo è segno la Cattedrale, posta in genere al centro della comunità, punto di confluenza e di irradiazione. Proprio perché lì si trova la «Cattedra» del Vescovo, l’amore si estende a Lui, la cui figura l’insegnamento dei Padri della Chiesa, ha illuminato di luce nuova anche nel suo rapporto con il presbiterio e con tutto il popolo di Dio. La Chiesa: Tempio della gloria del dio vivente«È giunto il momento ed è questo»! Nella risposta, a Gesù sembra non interessare quale poteva essere il santuario più accreditato nel quale tributare il culto a Dio. Cristo Signore, eseguendo il disegno del Padre ha edificato la Chiesa, tempio della gloria di Dio, rimanendo Lui pietra fondamentale e della quale tutti noi siamo pietre vive. Questo edificio contiene i doni che Cristo ha consegnato alla sua Chiesa per il bene di tutti: Vangelo ed Eucarestia. Non diamo, a questo punto, troppo spazio al nostro farneticare umano che vuol tutto capire, quasi obbligati tutti i giorni a guardare la Chiesa con gli occhi in terra, mentre abbiamo tanto bisogno di adorare, con il soccorso della fede e con la sintonia vivente in Cristo Gesù, il Figlio che conosce il Padre, che lo vive, lo annunzia, lo dona e lo glorifica. Non si diventa chiesa e non si serve fino a quando non si riesce a vederla spogliata delle miserie umane con cui gli uomini la rivestono, per vederla abbracciata a Cristo sposo, nello splendore della sua maternità feconda e della sua santità.