Accogliere Gesù senza se e senza ma
23 dicembre, 4ª domenica di Avvento
di Averardo Dini
La strada di Dio e la strada dell’uomo più che incontrarsi spesso si scontrano e si diversificano. I profeti hanno acceso il fuoco della speranza nel Messia, ma gli uomini non ne hanno avvertito il calore e la luce. La storia è oscura e si brancola nell’angoscia. Il re Acaz invece di accostarsi alla luce della Parola di Dio cerca di stringere alleanze ed amicizia con i potenti pur di salvare il suo regno e sbaglia strada. Dio però, nonostante la testardaggine umana, continua per la sua strada. Egli è capace di tenere in mano il filo della storia e con esso realizza il suo progetto, nonostante tutto e nonostante tutti. L’impossibile per Lui non esiste. Egli è capace addirittura di uscire dallo spazio infinito del cielo e venire sulla terra, è disposto anche a nascondere la sua divinità vestendosi di carne umana. Fedele alle promesse con David, sceglie una ragazza di provincia, così da nascere come un bambino qualsiasi, bastandogli di avere Giuseppe solo come padre da scrivere nell’anagrafe. Egli non vuole essere un uomo «calato dall’alto», già confezionato: vuole nascere dalla stirpe umana perché vuole essere come noi, nella pienezza assoluta della nostra umanità, pure escludendo ogni possibile contaminazione con il peccato
I personaggi di questa storia sono formidabilmente unici. Maria non è una donna che ama chiacchierare: è una donna che è interessata ad ascoltare la Parola di Dio. Giuseppe è un falegname silenzioso, pronto ad accettare l’impossibile. Dio, nel suo farsi uomo, non ha fatto alcun rumore e non ha reso pubblica alcuna notizia. Tutto è avvenuto nell’interiorità della natura umana che ha detto solo un semplice «sì», senza aver chiesto nemmeno una spiegazione. Dio è riuscito a trovare due persone capaci di scavalcare ogni logica, lasciandosi possedere da «ciò che Dio vuole», senza aggiungere nemmeno una virgola e nemmeno un «se» o un «ma». Se riusciamo a fare questo quarto passo d’Avvento potremo davvero sentirci sbarcati nella grotta, ove è già pronta la mangiatoia ad accogliere «il Verbo di Dio che si è fatto carne».