«UNO SU DUE»

DI FRANCESCO MININNIL’avvocato Lorenzo Maggi, a Genova, si è costruito reputazione e patrimonio un po’ con la professione forense, un po’ organizzando affari sicuri con l’estero, un po’ fregandosene del prossimo e pensando soltanto a se stesso. Cosa succederebbe dentro una persona del genere se un giorno, camminando per strada, dovesse cadere svenuto e indurre i medici a ricorrere alla biopsia per una sentenza definitiva?

Ce lo racconta Eugenio Cappuccio in «Uno su due», con l’importante contributo di un Fabio Volo in costante maturazione d’attore, con la scoperta di un Ninetto Davoli lontanissimo dagli scatti pasoliniani, soprattutto con la volontà di raccontare una storia difficile senza cadere nella retorica, nel melodramma, nell’ovvietà. Il risultato, non esente da qualche scivolata sui rischi di cui sopra, è molto confortante. Perché «Uno su due» è una storia di oggi che, a rischio di sembrare di ieri, afferma a chiare lettere che, miracoli a parte, il cambiamento è sempre possibile.

Che Lorenzo, improvvisamente consapevole della realtà della sofferenza propria e, soprattutto, altrui, decide che il suo vicino di letto, Giovanni, ha bisogno d’aiuto. E che sarà lui, disorganizzato e alle prime armi, a darglielo.Cappuccio non esagera in ottimismo e acqua di rose. Sa bene che oggi c’è più bisogno di speranza e ragioni di vita che di ragionamenti astrusi che finiscono sempre per ripiegarsi su se stessi. E allora non esita, avendo a disposizione una scrittura cinematografica tutt’altro che banale, a tuffarsi alla ricerca di una persona che a sua volta è alla ricerca di se stessa. Così facendo ottiene un risultato molto semplice: ci appassiona, ci coinvolge, ci fa credere che ciò che stiamo vedendo sia possibile.

Facendo un po’ di rapidi conti, ricordiamo le feroci stroncature di «A proposito di Henry» di Mike Nichols in quanto americanata a lieto fine, le perplessità su «American History X» di Tony Kaye per l’evoluzione positiva del protagonista, il voler liquidare «The Terminal» di Steven Spielberg relegandolo a livello di una favoletta per cuori semplici. Come dire, oggi tutto ciò che, anche in seguito a un ragionamento sensato, finisce bene, sembra chissà perché da rifiutare in quanto falso. Ma qui non stiamo parlando di utopie: parliamo di realtà che, non essendo rocciose e incrollabili, sono sempre soggette a cambiamenti. Lasciateci pensare, da poveri cristi quali siamo, che si possa cambiare anche in meglio. E che se Lorenzo Maggi, dopo la batosta, ritornasse senza colpo ferire l’insopportabile egoista di prima, «Uno su due» non sarebbe né un film migliore né qualcosa di cui varrebbe la pena di parlare. Perché, invece che uno su due, sarebbe solo uno dei tanti.

UNO SU DUE di Eugenio Cappuccio. Con Fabio Volo, Ninetto Davoli, Anita Caprioli, Agostina Belli. ITALIA 2007; Drammatico; Colore