«TUTTO PUÒ SUCCEDERE»

DI FRANCESCO MININNIIl titolo originale di «Tutto può succedere», «Something’s Gotta Give», evoca l’ultimo film, incompiuto, di Marilyn Monroe, del quale restano soltanto pochi fotogrammi e le prove dei costumi. Tutto qui, come se la regista Nancy Meyers avesse voluto rendere omaggio o ricucire uno strappo di vecchia data. Il suo film, in realtà, è tutt’altro. O forse no, perché la commedia americana è un genere ormai talmente omologato e rinchiuso che, anche quando tenta un minimo di rinnovamento, presto o tardi finisce col ricadere nel luogo comune. Tutto questo affidandosi a una virtù che spesso è nemica giurata di ogni cambiamento: la professionalità.

In «Tutto può succedere» si racconta di Harry, ultrasessantenne scapolo e sicuro di volere donne sempre diverse e sempre giovanissime, e del suo cuore che un bel giorno fa cilecca. Costretto a trattenersi in casa di Erika, madre della sua ultima conquista e commediografa di successo, superando scaramucce e diffidenza è costretto a prendere atto del fatto che la donna, quasi sua coetanea, gli interessa. Per coronare questo anomalo sogno d’amore, però, dovrà vincere la concorrenza di Julian, il giovane cardiologo che lo cura. Il tutto accadrà a Parigi, un attimo dopo che si è messo a nevicare.

Diciamo la verità: nonostante neanche uno dei personaggi abbia una vita equilibrata, nonostante il valzer delle coppie sia una variazione ilare su una triste realtà contemporanea, nonostante non sia dato di percepire qualche segnale di cambiamento di rotta, tutta la prima parte del film è francamente divertente, dominata da un Nicholson gigione e prevedibile e da una Diane Keaton quasi perfetta, esempio vivente di quanti benefici possa portare l’età a chi è in grado di accettarla senza problemi. Le schermaglie tra Harry e Erika sono orchestrate da Nancy Meyers (di cui ricordiamo «What Women Want» con Mel Gibson) come un omaggio critico agli anni d’oro della commedia sofisticata, quando l’età dei protagonisti, quale che fosse il loro aspetto fisico, era sempre verde. Qui, invece, i sessantenni si dichiarano come tali e, per loro fortuna, si divertono un sacco. Peccato che l’interferenza del cardiologo Keanu Reeves riconduca il tutto sui binari del già visto, condannandoci a un finale parigino nel quale non contano più né professionalità né brillantezza. Anzi, si rischia addirittura di pensare che, essendo il tutto stato concepito in funzione di un epilogo così prevedibile, non ci sia stato neanche un momento di sincerità o di volontà di cambiamento. E che, ancora una volta, la professionalità abbia preso il sopravvento su tutto oltrepassando a piccoli passi il sottile confine tra virtù e vizio. Che volete farci? Tutto può succedere.

TUTTO PUÒ SUCCEDERE (Something’s Gotta Give) di Nancy Meyers. Con Jack Nicholson, Diane Keaton, Keanu Reeves, Amanda Peet. Usa 2003; Commedia; Colore