Tutti pazzi a Tel Aviv
È ovvio che se tutte le questioni in sospeso si potessero risolvere con una risata, il mondo andrebbe più spedito e non ci sarebbe bisogno di guerre, negoziati, vittime innocenti, attentati, incontri al vertice. Siccome così non è, possiamo prendere Tutti pazzi a Tel Aviv di Sameh Zoabi come una brillante variazione sul tema infinito della questione israelo-palestinese, sicuramente divertendoci ma senza mai dimenticare che chi vive in quei luoghi (terre di mezzo, verrebbe da chiamarle) ha ben pochi motivi d’ilarità e forse merita sforzi e riflessioni più approfonditi.
Chi ricorda Il tempo che ci rimane di Elia Suleiman ha ben presente cosa significhi parlare di Israele e Palestina in termini ironici senza mai perdere di vista il sottofondo tragico. Zoabi, palestinese come Suleiman, invece dell’ironia sceglie proprio lo sberleffo e trasforma la frontiera tra Israele e territori arabi nel set di una vera e propria commedia degli equivoci per la quale come riferimento principale si potrebbe addirittura indicare Jacques Feydeau con i suoi alberghi, i suoi scambi di stanze, i suoi ritmi a orologeria. Così facendo, naturalmente, l’autore palestinese non ignora che la situazione reale è drammatica: diciamo che per un’ora e mezza preferisce rimuoverlo nella consapevolezza che le tematiche comunque verranno fuori e che chi non volesse soltanto divertirsi potrebbe anche disturbarsi a trovare qualche aggancio con la vita reale.
Il palestinese Salam vive a Gerusalemme e lavora a Ramallah, il che lo costringe ogni giorno, due volte al giorno, a passare la frontiera per raggiungere il luogo di lavoro e poi tornare a casa. Suo zio è un produttore e lo ha assunto come tuttofare sul set di una soap opera di grande successo intitolata Tel Aviv on Fire. Il capitano del posto di frontiera, Assi, non solo ha una moglie telespettatrice incallita, ma pretende anche di partecipare alla sceneggiatura dello spettacolo nel momento in cui Salam, messo alle strette, millanta di esserne l’autore. È ovvio che un ebreo (Assi) e degli arabi (Salam, ma soprattutto suo zio e i finanziatori) non possano vedere la cosa dallo stesso punto di vista. Così, mentre Salam guadagna in soldi e rispetto «scrivendo» modifiche amatissime dalla diva francese Tala, si pone il problema di arrivare alla conclusione di una storia che, partita con evidenti intenzioni filoarabe, si è progressivamente spostata dalla parte di Israele. Toccherà a Salam risolvere con un’idea geniale.
È interessante notare come le uniche voci per così dire non drammatiche provenienti da Israele e dintorni siano al momento quelle di qualche palestinese, magari gli stessi che invece di andare a oltranza con la lotta armata preferiscono soffermarsi a riflettere e magari concludono che un generale abbassamento dei toni non potrebbe che giovare alla questione.
Ora, capiamo molto bene che la situazione è ormai troppo radicata nella storia per poter essere risolta con una barzelletta. Ma capiamo anche che ogni voce è gradita in proposito e che se qualcuno cerca di diffondere un messaggio meno cupo, meno radicale e molto meno violento, come minimo merita di essere ascoltato. Va da sé che Tutti pazzi a Tel Aviv, scritto e girato con gusto e ritmo, non fa che scalfire la superficie del problema e in superficie resta fino a immaginare un finale talmente paradossale da farci ricordare che non è un caso se Zoabi ha scelto proprio una soap opera come sfondo attivo della propria storia.
Il tutto dovrebbe condurre alla conclusione che soltanto in televisione e soltanto in una soap opera potrebbero accadere cose che, debordando dalla realtà senza vergogna, finirebbero per convincerci che i governanti, dall’una o dall’altra parte, sono talmente impegnati a studiare azioni militari da non accorgersi che uno show televisivo sta facendo fare loro la figura degli imbecilli. Kais Nashif, che interpreta Salam, è stato premiato a Venezia nella sezione Orizzonti. Sia lui che Lubna Azabal (Tala) nel 2005 avevano preso parte al film di Hany Abu-Assad Paradise Now che parlava dei kamikaze nelle ore che precedono la loro morte.
TUTTI PAZZI A TEL AVIV (Tel Aviv on Fire) di Sameh Zoabi. Con Kais Nashif, Lubna Azabal, Yaniv Biton, Yousef’Joe’Swrid, Maisa Abd Elhadi. LUX/F/B/ISR 2018; Commedia; Colore.