«THE TERMINAL»
Seguendo i tanti fili gettati da questi grandi personaggi, si arriva a Viktor Navorski, cittadino della Krakozhia, che arriva all’aereoporto Kennedy di New York e, a causa di un colpo di stato verificatosi mentre era in viaggio, non può né entrare in New York né tornare a casa perché i suoi documenti non sono più validi. Con la sua semplicità e la sua incrollabile volontà, scoprirà tutto dell’America: quanto possa essere intollerante, quanto sia difficile seguire le vie della burocrazia, quanta brava gente ci sia pronta a dare una mano, quali siano le regole elementari della solidarietà e della convivenza, quanto possa costare rincorrere un sogno. E scoprirà anche che i sogni, talvolta, si avverano.
Sgombriamo il campo dai violini: ce ne sono troppi nella musica che accompagna «The Terminal», a rendere la favola dell’uomo qualunque un po’ meno realistica di quanto dovrebbe. D’altronde, Spielberg viene da esperienze che non sono proprio il massimo dell’ottimismo e, trovandosi a dover gestire un materiale che oscilla continuamente tra Chaplin e Frank Capra, si è permesso qualche sottolineatura che di buon grado perdoniamo. L’importante, al di là di un sovrappiù di buoni sentimenti che appesantisce il racconto, è la capacità dell’autore di raccontare sogni e incubi, disillusioni e speranze, intolleranza e solidarietà, bontà e cattiveria, senza uscire da un aereoporto Kennedy meravigliosamente ricostruito in studio.
Certo, il modo che ha Spielberg di raccontare l’America non è lo stesso di Michael Moore o di Martin Scorsese: invece di puntare al cuore per trafiggerlo, lui preferisce farlo lavorare in tutte le sue funzioni, ivi comprese quelle della commozione e della gioia. Senza dimenticare naturalmente che sul fondo del barile, in «The Terminal», resta una buona dose di amaro, lo stesso che ci circonda e che dovrebbe farci meditare su come, sveltendo certe pratiche nei rapporti interpersonali, il mondo intero potrebbe trarne un immediato giovamento.
THE TERMINAL (Id.) di Steven Spielberg. Con Tom Hanks, Catherine Zeta-Jones, Stanley Tucci. USA 2004; Commedia; Colore