Sul calendario per beneficenza: «CALENDAR GIRLS»

DI FRANCESCO MININNI«Calendar Girls» di Nigel Cole ha evidentemente un precedente tutto maschile, ovverosia «Full Monty» di Peter Cattaneo. Ma mentre Cattaneo si fermava al momento della performance, Cole va oltre e immagina gli effetti che un’idea innocua e sostanzialmente innocente nata a scopi benefici potrebbe avere su un gruppo di mature signore inglesi con tanta voglia di vivere. L’idea è quella di posare nude per un calendario i cui proventi dovrebbero andare all’acquisto di un divano per la sala d’aspetto di un ospedale. Ma, in epoca di calendari senza veli e di mille motivazioni (l’arte, l’ironia, il gioco, la trasgressione) che dovrebbero in qualche modo farci dimenticare che siamo tutti guardoni, le signore in questione, guidate da Chris e Annie, scelgono la via più domestica, quotidiana e, a suo modo, castigata. L’imprevedibile è che il calendario abbia un successo di proporzioni straordinarie (alla resa dei conti più di 500.000 sterline) che scatena la bagarre delle televisioni e degli organi di stampa, facendo sì che persino Hollywood si interessi del fenomeno. Così, mentre Chris si lascia travolgere dal meccanismo, Annie comincia a riflettere…

Vorremmo innanzitutto spendere due parole sulla sostanza del film. Lungi da noi tessere gli elogi del cosiddetto «nudo artistico» nell’accezione contemporanea: ma le «ragazze-calendario» raccontate da Nigel Cole sono simpatiche, vitali, energiche e soprattutto sorrette da innocenza e purezza che, per una volta, il miraggio del successo e l’ingranaggio dello show-business non riescono ad annullare. «Calendar Girls», che a quanto pare trae spunto da una storia vera, ci trova ben disposti e persino consenzienti. Mentre «Full Monty» era strettamente connesso con l’attualità sociale e politica dell’Inghilterra della signora Thatcher, «Calendar Girls» preferisce indagare nel privato delle protagoniste per ottenere un quadro finale che, uscendo dai confini inglesi, possa essere applicato a buona parte del mondo capitalista. Con episodi appena sfiorati e non approfonditi, con un che di prevedibile, con qualche problema di ritmo che soprattutto nella seconda parte allunga inutilmente i tempi del racconto, il film riesce tuttavia a divertire prima e a far pensare dopo, avendo il non trascurabile pregio di riuscire ad allargare l’umorismo britannico a un livello di comprensione universale.

È inutile dire che il contributo delle protagoniste è fondamentale per la riuscita del film. Helen Mirren («Excalibur») e Julie Walters («Billy Elliot») sono le più conosciute, ma si farebbe un torto a tutte le altre non invocando la nomination di gruppo. E fateci caso: qualunque sia l’età che hanno, sembrano tutte bellissime.

CALENDAR GIRLS (Id.) di Nigel Cole. Con Helen Mirren, Julie Walters, Penelope Wilton, Ciaran Hinds. GB 2003; Commedia; Colore

Il sito ufficiale del film