SHERLOCK HOLMES

DI FRANCESCO MININNI

Se Sherlock Holmes si trasforma da accanito sostenitore del ragionamento deduttivo in uomo d’azione che non disdegna il pugilato da strada e applica la versatilità delle proprie cellule grigie al modo migliore di rompere le ossa all’avversario, c’è da scommettere che alla base di tutto ci siano le elucubrazioni di qualche autore di fumetti. E, guarda caso, è proprio così. Per il suo «Sherlock Holmes» anticonvenzionale, Guy Ritchie si è ispirato al fumetto inedito di Lionel Wigram. E d’altronde Ritchie, già autore di «Snatch», «Lock & Stock» e «Rocknrolla» (e fingiamo che non abbia mai diretto «Travolti dal destino»), non avrebbe mai potuto affrontare Holmes nell’ottica tradizionale, palesemente contraria alle propria vocazione pulp. Il fumetto, così, ha dato a lui la possibilità di lavorare in scioltezza e ai produttori di lanciare proclami secondo i quali niente vieta che l’Holmes del film sia in realtà molto più vicino di quanto non sembri al personaggio ideato da Conan Doyle. Ora, con tutto il rispetto, possiamo accontentarci del fatto che «Sherlock Holmes» sia il primo film di Ritchie privo di parolacce e che, con il suo ritmo forsennato, finisca per essere piacevole e divertente. Ma lasceremmo le disquisizioni sull’impostazione del personaggio come concepita da Conan Doyle a qualcuno che ne sappia qualcosa di più di un produttore americano.

Nel 1891, a Londra, Sherlock Holmes e il fedele Watson devono fronteggiare il sinistro Lord Blackwood, che a quanto pare intrattiene buoni rapporti con il mondo delle ombre ed è in grado di sovvertire l’ordine costituito creandone uno nuovo del quale ovviamente sarebbe il leader. A fianco dell’investigatore la bella Irene, che a quanto pare ha anche una sorta di burrascosa relazione con lui. A fianco di Watson la bella Mary, che ambirebbe semplicemente a sposarlo sottraendolo alla perniciosa influenza di Holmes.

«Sherlock Holmes», se ne esaminiamo attentamente la struttura, mostra di avere più di un debito con quel «Piramide di paura» prodotto da Spielberg e diretto da Barry Levinson che gettò nuova luce sugli anni adolescenziali dell’investigatore. Come in quel caso, assume una rilevanza spropositata rispetto alla misoginia di Holmes il ruolo della figura femminile. C’è una sorta di setta segreta con mire di potere. C’è un leader carismatico capace di lanciare lampi diabolici con lo sguardo. In entrambi i film, finisce con l’assumere un certo peso la figura inquietante del massimo nemico di Sherlock Holmes, il professor Moriarty. Questo tanto per sgombrare il campo da proclami di originalità del tutto fuori luogo. C’è da dire, tuttavia, che il senso del ritmo di Ritchie ha trovato nella storia del film un buon campo di applicazione: senza ricercare squilli di tromba o originalità a tutti i costi, l’autore è riuscito a organizzare uno spettacolo che, per le oltre due ore di durata, non perde un colpo e raggiunge il traguardo minimo previsto, ovvero il semplice divertimento con occasionali tocchi di ironia.

A questo proposito, però, c’è da dire che fare dell’ironia sul personaggio di Sherlock Holmes non si presenta come un’impresa titanica. Meglio, casomai, rilevare alcune interessanti variazioni nel personaggio di Watson, soprattutto per quanto riguarda il suo (a quanto pare) sincero desiderio di convolare a giuste nozze rompendo un sodalizio storico. Nel gioco ricoprono un ruolo fondamentale i due interpreti principali: Robert Downey jr. divertendosi visibilmente a confrontarsi con un personaggio talmente storicizzato da rendere piacevolissimo, per un attore con qualche possibilità, smontarlo e rimontarlo a piacimento spargendo ironia e sarcasmo; Jude Law giocando di fino su tocchi apparentemente marginali che, alla fine, rendono Watson di gran lunga il più diverso dei due rispetto all’originale. Se il semplice divertimento, senza coinvolgimenti intellettuali di alcun genere, è quel che cercate, «Sherlock Holmes» potrebbe essere il film che fa per voi.

SHERLOCK HOLMES (Id.) di Guy Ritchie. Con Robert Downey jr., Jude Law, Rachel McAdams, Mark Strong, Kelly Reilly. USA/GB 2009; Thriller; Colore