«SE MI LASCI TI CANCELLO»
Joel Barish scopre che la fidanzata Clementine, dopo averlo lasciato, si è recata nella clinica «Lacuna» e se lo è fatto cancellare dalla memoria. Depresso e rabbioso, Joel pretende il medesimo trattamento. Ma, a cancellazione in atto, decide che non vuole più farlo e, impossibilitato a comunicare con i tecnici all’opera, comincia a nascondersi negli anfratti della memoria per tentare di eludere le macchine.
Il messaggio che arriva forte e chiaro da Kaufman e Gondry è: non lasciamoci cancellare il passato, di qualunque genere sia. Sarebbe come ricominciare da zero ogni mattina e, quindi, rifiutare il bello e il brutto (cioè l’esperienza) che la vita ci ha riservato. Il che, si capisce bene, può essere applicato a tutto lo scibile umano per riscrivere (o semplicemente togliere di mezzo) intere pagine di storia. C’è poco da ridere, perché i progressi della scienza alla faccia dei principi etici aprono scenari nuovi e inquietanti con i quali prima o poi dovremo confrontarci.
Il problema di Kaufman è il narcisismo: convinto di essere un genio bizzarro, non rinuncia ad alcuna forma di virtuosismo per dimostrarlo a sé e agli altri. Così quella che poteva essere una storia lineare e di immediata fruizione, diventa un labirinto dai ritmi molto lenti e più dispersivo che sostanziale. Jim Carrey e Kate Winslet si calano con naturalezza nei personaggi e forniscono prove di maturità, ma non possono ovviare ai problemi della sceneggiatura. Charlie Kaufman sembra convinto che l’esistenza umana sia governata dal caso e che chiunque, con i mezzi appropriati, possa sostituirsi a Dio. È così che la sua sceneggiatura, partendo da un’idea geniale, arriva a una conclusione soddisfacente passando attraverso mille diramazioni. Cinquecento delle quali inutili.
SE MI LASCI TI CANCELLO (Eternal Sunshine of the Spotless Mind) di Michel Gondry. Con Jim Carrey, Kate Winslet, Kirsten Dunst, Elijah Wood. USA 2004; Drammatico; Colore