«PRIMAVERA, ESTATE, AUTUNNO, INVERNO… E ANCORA PRIMAVERA»

DI FRANCESCO MININNIProtagonista del film del coreano Kim Ki-duk «Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera» è la vita con il suo andamento circolare. Una stagione che va, un’altra che viene, un ritmo inarrestabile che rende talvolta difficile percepire i cambiamenti e talvolta, invece, li fa arrivare all’improvviso come una gelata invernale. Il tutto circoscritto nel piccolo eremo galleggiante sul lago Jusan, circondato dalle montagne e configurato quasi come una terra senza tempo dove c’è molto spazio per le dinamiche interiori senza che per questo le cose della vita ne siano escluse.

Qui vive un monaco con il suo piccolo allievo, cui cerca di insegnare ciò che è giusto seguendo una filosofia diretta ed elementare. L’allievo cresce, conosce una donna, se ne innamora, lascia il maestro per farvi ritorno recando una colpa da espiare. Il ciclo non si esaurisce: sarà lui a prendere il posto del maestro e a trasmettere i suoi insegnamenti a un altro piccolo allievo. Ed è di nuovo primavera.

La simbologia di Kim Ki-duk, pittore e aspirante predicatore, è tale da non lasciare dubbi: il suo film racconta come la vita sia nient’altro che una serie di pesi da portare e di come la pienezza del vivere si possa raggiungere soltanto quando il peso smette di essere una punizione e diventa una scelta. Il che, evidentemente, allontana il film dalla collocazione prettamente orientale per elevarlo a parabola di valore universale. Se da una parte sono indiscutibili i suoi valori figurativi, spesso altamente pittorici e capaci di evocare poesia a diversi livelli, dall’altra bisogna riconoscere che la sapienza fotografica e coloristica non è mai fine a se stessa, ma concorre con precisione alla decrittazione di un semplice messaggio di vita.

Anche se non tutte le immagini del film possono avere la stessa chiarezza, si comprende molto bene come Kim Ki-duk abbia certezze ambivalenti. Ad esempio, l’idea della violenza innata nell’uomo che va ad intaccare la purezza del bambino convive perfettamente con la convinzione che, una volta espiate le colpe più piccole e più grandi, chiunque possa aspirare alla serenità interiore. In attesa, naturalmente, che tutto ricominci e che altri uomini si predispongano a commettere errori analoghi o diversi.Da segnalare l’importanza simbolica delle porte e degli animali, il tipico ritmo orientale che lascia tutto il tempo per pensare e, in fondo, la certezza che quando sembra ineluttabile una conclusione, la vita è lì, pronta a ripartire da zero.

PRIMAVERA, ESTATE, AUTUNNO, INVERNO… E ANCORA PRIMAVERA (Bom yeoreum gaeul gyeoul geurigo bom) di Kim Ki-duk. Con Kim Ki-duk, Kim Young-min. COREA SUD/D 2003; Drammatico; Colore