Parigi a piedi nudi
Tanto per cominciare, Parigi a piedi nudi è l’ultimo film interpretato da Emmanuelle Riva. L’attrice che ha segnato un’epoca (quella della nouvelle vague) interpretando Lei in Hiroshima mon amour di Alain Resnais e ne ha chiusa un’altra riproponendo prepotentemente la forza dei sentimenti in Amour di Michael Haneke (da notare la ripetizione della parola amour, come una parentesi aperta e chiusa) e che ha lasciato una traccia importante nella storia del cinema nonostante apparizioni sporadiche e rarefatte, si congeda dal cinema illuminando con grazia e potenza una commedia surreale ideata e diretta da una strana coppia.
Fiona Gordon è canadese, Dominique Abel belga. Si sono conosciuti a Parigi trentadue anni fa inseguendo il sogno del circo, che entrambi amano (e si vede) teneramente. Si sono sposati nel 1987. Poi, tra un’esperienza e l’altra, follemente innamorati di Jacques Tati e di tanto cinema delle origini, hanno deciso di fare film, cosa che fanno regolarmente (anche se con lunghe pause di riflessione) dal 1994. Dinoccolati, teneri, bizzarri, capaci di vedere la realtà attraverso la lente deformante del sorriso, mai leziosi o fini a se stessi, sono capaci allo stesso modo di tenerezze e durezze ma conservano un fondo di ottimismo che li porta a considerare l’attuale il migliore dei mondi possibili. A patto, naturalmente, di viverlo fuori degli schemi, col sorriso, lo stupore e la follia che appartengono soltanto ai saggi.
Fiona vive in Canada, in un luogo perennemente innevato. Aveva una zia che amava tanto, Martha, e che la lasciò bambina per trasferirsi a Parigi. Ora Martha ha 88 anni, vive un po’ tra le nuvole cercando di sfuggire continuamente a chi vorrebbe chiuderla in una struttura per anziani, e un bel giorno sparisce. Fiona non esita e parte per Parigi. Cadrà nella Senna perdendo i bagagli, incontrerà un clochard che dorme a bordo fiume e che ha ritrovato il suo zaino, ritroverà anche Martha e la sua gran voglia di vivere e avrà il privilegio di accompagnarla all’ultimo viaggio. Poi lei e Dom (il clochard) resteranno insieme.
Favola, certamente. Piena di riferimenti a Chaplin (il clochard per eccellenza), Buster Keaton (l’amore che fa girare il mondo), persino il cinema surrealista (Amor pedestre del 1914, di Marcel Fabre detto Robinet). Ma Parigi a piedi nudi non è un film retrò. Come tutte le favole, osserva la realtà con occhi diversi da quelli dell’analista o del sociologo, ma non per questo ottenendo risultati meno analitici e incisivi. Indubbiamente i colori, il ritmo, le trovate bizzarre, le coincidenze che portano i personaggi a perdersi per poi ritrovarsi in cima alla Tour Eiffel appartengono a un mondo diverso da quello quotidiano. Allo stesso tempo, però, sono il quotidiano che Abel e Gordon vorrebbero. E a quanto pare i due sostengono che con un po’ di fantasia niente è impossibile. Anche un amore a distanza. Anche la morte col sorriso. Anche la gioia di vivere nonostante tutto. Qui la lezione di Tati si rivela in tutta la sua portata: ma tutto ciò che aveva portato monsieur Hulot a vedere un futuro gelido e per nulla rassicurante, Abel e Gordon lo ereditano e lo trasformano in sorriso. Che non è stupido ottimismo, ma semplicemente il modo di fare proprio un habitat che diversamente non sarebbe vivibile.
Abel e Gordon, appunto: due clown attoniti e gentili che con la loro sola presenza animano lo sfondo e tutti gli altri personaggi. E poi Emmanuelle Riva, la vitalità fatta persona. E persino Pierre Richard, il suo innamorato di una volta e quindi per sempre. Il loro duetto al cimitero, dove ballano da seduti in una lunga sequenza che ne inquadra soltanto i piedi, è l’immagine stessa del film: niente di gratuito, tutto finalizzato a uno sguardo particolare che ama i dettagli per restituire un tutto che, così diverso dalla realtà, diventa automaticamente un altro reale. Chissà come saremmo più felici in un mondo governato da clown e fate. Che non è qualunquismo, ma profondo desiderio di rivalutare la potenza del sorriso.
PARIGI A PIEDI NUDI (Paris pieds nus) di Abel e Gordon. Con Dominique Abel, Fiona Gordon, Emmanuelle Riva, Pierre Richard. FRANCIA/2016; Commedia; Colore.