Now you see me

Né per altro era da attendersi un rinnovamento delle tematiche di cui sopra in una ricchissima coproduzione internazionale in cui figurano gli sceneggiatori di «Charlie’s Angels», «Prince of Persia» e «Super Mario Bros» e il regista di due «Transporter», «Danny the Dog» e «Scontro di titani». Era da attendersi esattamente ciò che si poteva immaginare: un film pirotecnico, molto ritmato, con una storia complicata fino all’inverosimile, con attori di fascino e di richiamo e con il semplice intento di divertire il pubblico cercando di evitare che lo spettatore potesse porsi semplici quesiti di logica che avrebbero facilmente smascherato l’imbroglio. In un certo senso, le stesse finalità dell’illusionista.

Daniel Atlas, Henley Reeves, Jack Wilder e Merritt McKinney sono quattro illusionisti (intrattenitori, prestigiatori, ipnotizzatori e quant’altro) che un personaggio non meglio identificato recluta per formare una squadra destinata a scalare le vette del successo. E non solo: per arrivare a questo, i quattro si ingegneranno di mettere in scena trucchi iperbolici che prevedono una rapina in banca, il prosciugamento del ricco conto del loro manager e la sparizione di una cassaforte ottimamente fornita. È ovvio che l’Fbi si interessi di loro. In particolare il detective Dylan Rhodes, coadiuvato dalla collega dell’Interpol Alma Dray, si prende come punto d’impegno di fermare i quattro. Scoprirà che l’impresa non è affatto facile.

Un film così, tutto sommato, si può liquidare anche in poche parole. Basterebbe dire che ciò che vediamo sarebbe difficilmente replicabile nella realtà, che troppe svolte narrative sono giustificate dal ritmo ma non dalla logica, che qualche personaggio (in particolare l’Arthur Tressler interpretato da Michael Caine) va e viene a seconda della sua necessità all’interno del racconto per sparire quando non serve più, che qualche altro (il Thaddeus Bradley di Morgan Freeman) ha la funzione palese di specchietto per le allodole senza una reale importanza nell’intreccio e soprattutto che l’identità del grande burattinaio è talmente sorprendente da diventare quasi prevedibile. Tutto questo potremmo dire. E gli autori, che sicuramente sarebbero d’accordo, chiuderebbero il discorso chiosando che tutto rientra nel principio motore dell’illusionismo e che pertanto il film avrebbe raggiunto il suo scopo. Stante la volontà di non addentrarci in sterili querelle, facciamo semplicemente presente che tutto questo rientra sì nel principio motore dell’illusionismo, ma dell’illusionismo da fiera, ovverosia da baraccone, dove i quattro protagonisti sarebbero probabilmente stati presi a pomodori in faccia.

Alla fine vogliamo dire che «Now You See Me», non avendo altra ambizione se non quella di intrattenere il pubblico, è con buona approssimazione riuscito nell’impresa, anche se l’inutile complicazione finale dell’occhio di Horus fa sorgere qualche dubbio sul principio del troppo pieno. Il quartetto Eisenberg/Harrelson/Franco/Fisher funziona nei limiti di un approfondimento inesistente. Figurano meglio gli inossidabili caratteristi (Michael Caine e Morgan Freeman) e i poliziotti trafelati (Mark Ruffalo e Mélanie Laurent). Resta da interrogarsi sulla strana collocazione estiva di un film che, proprio per le sue caratteristiche di superficialità e pirotecnia, avrebbe sicuramente reso di più al botteghino in periodo autunnale, più freddo per le temperature e più caldo per gli incassi.

NOW YOU SEE ME – I MAGHI DEL CRIMINE (Now You See Me) di Louis Leterrier. Con Jesse Eisenberg, Woody Harrelson, Dave Franco, Isla Fisher, Morgan Freeman, Michael Caine, Mark Ruffalo, Mélanie Laurent. USA/FRANCIA 2013; Thriller; Colore