«MYSTIC RIVER»

DI FRANCESCO MININNISuperati i settant’anni, Clint Eastwood si è dato un’occhiata intorno, poi ha guardato nel suo passato e ha deciso che era tempo di cambiare registro. Così in «Mystic River», mentre finge di ripercorrere le strade del noir che insieme al western gli hanno dato la fama, si sofferma a riflettere sugli esseri umani, sui loro limiti, su tante buone intenzioni non realizzate e soprattutto su tutte le ferite che, non richiudendosi, fanno sì che le cose non tornino al posto giusto.

«Mystic River» non è un film inutilmente pessimista: è semplicemente uno sguardo sulla vita com’è, su come vorremmo che fosse, su come spesso non dovrebbe essere e su come talvolta pretendiamo che sia.

A Boston tre amici, Jimmy, Sean e Dave, giocano in strada. Uno di loro, Dave, portato via da due presunti poliziotti, subirà una violenza che gli segnerà la vita. Trent’anni dopo il quartiere è sempre lì: Jimmy, ex-carcerato, ha un negozio di alimentari; Sean è diventato poliziotto; Dave ha moglie, un figlio e tanti brutti ricordi. Quando la figlia di Jimmy è uccisa, i sospetti si appuntano su Dave. Mentre Sean indaga per scoprire la verità, Jimmy è deciso a fare giustizia prima della polizia….

Quando era Harry Callaghan, Clint Eastwood riversava sui delinquenti la violenza di un’intera società contribuendo a creare una serie di spirali senza fine. Oggi che Callaghan è in pensione, Eastwood riflette con lucidità su radici e conseguenze di quella stessa violenza, per arrivare alla conclusione che le spirali continuano a rincorrersi senza la prospettiva di un punto fermo. Si noterà come il finto poliziotto che sequestra Dave all’inizio del film abbia delle lettere scritte sulle dita di una mano, proprio come il predicatore pazzo interpretato da Robert Mitchum nel bellissimo «La morte corre sul fiume» di Charles Laughton. E si noterà, di conseguenza, come in «Mystic River» manchi il polo positivo della situazione, che in quel film era la buona vecchietta interpretata da Lillian Gish.

Il film di Eastwood, pertanto, non prevede né angeli salvatori né un lieto fine: è soltanto una storia di innocenza perduta nella quale tutti sono coinvolti e che nemmeno l’identificazione del colpevole servirà a illuminare di speranza. Attento alle sfumature psicologiche e alle notazioni ambientali, Eastwood è assecondato da tre protagonisti davvero impeccabili: la rabbia repressa di Sean Penn, l’attonita timidezza di Tim Robbins e le fragili sicurezze di Kevin Bacon ci aiutano a capire come il passato sia un destriero spesso molto difficile da cavalcare. E decidere chi siano i buoni e chi i cattivi, quella è davvero la cosa più difficile di tutte: dovunque, non soltanto a Boston sulle rive del Mystic.

MYSTIC RIVER (Id.) di Clint Eastwood. Con Sean Penn, Tim Robbins, Kevin Bacon, Marcia Gay Harden, Laura Linney. USA 2003; Drammatico; Colore

Il sito italiano del film