«MISSIONE TATA»

DI FRANCESCO MININNIUna missione è una missione, non si discute. Così, quando l’impavido Shane Wolf, del corpo speciale dei Navy Seal, è incaricato di occuparsi per tre giorni dei cinque figli del defunto dottor Plummer per permettere alla madre di recarsi in Europa ad aprire una cassetta di sicurezza intestata al marito, non ci sono né dubbi né proteste. Ovviamente Shane scoprirà che tener dietro a cinque ragazzi in crescita può essere anche più faticoso che sbaragliare un panfilo di serbi o tenere a bada qualche spia nordcoreana. E (ne avreste mai dubitato?) scoprirà anche che sotto una scorza ruvidissima può battere un cuore.

La produzione Disney lascia poco spazio alle sorprese: «Missione tata» di Adam Shankman (ma era meglio il titolo originale «Il pacificatore»), è il solito concentrato di conformismo americano mascherato da commedia per famiglie. Che il tutto non abbia alcuna pretesa di verosimiglianza è confermato dal fatto che l’eroico Shane, a missione compiuta, annunci di voler lasciare l’esercito per lavorare in ambito scolastico un po’ per vocazione ma soprattutto per amore (casualmente di una preside single).

C’è anche da dire, però, che non è la verosimiglianza ciò che il pubblico chiede a prodotti del genere, ma soltanto un divertimento pilotato che rimandi tutti a casa contenti. E così, sulla scia di Arnold Schwarzenegger che in «Un poliziotto alle elementari» doveva fingersi maestro di scuola e di Ice Cube che in «Io, lei e i suoi bambini» si improvvisava baby-sitter (ma Charles Bronson e Clint Eastwood se ne sono sempre tenuti alla larga e John Wayne, quando ci ha provato ne «I cowboys» è finito ammazzato), tocca al super-macho Vin Diesel trasformarsi in uomo di casa. Con la scarsa gamma espressiva che ben gli conosciamo ma, se non altro, con l’idea di fargli applicare alle cose domestiche le regole dell’esercito. Il che ci fa arrivare alla conclusione che un buon soldato e un buon padre, nella cultura americana, non possono essere tanto diversi, soprattutto se oltre a raddrizzare certi problemi di crescita dei ragazzi è necessario eliminare, nell’ordine, una banda di terroristi serbi, un vice-preside che ama fare la voce grossa, due pericolose spie nordcoreane e, vergogna delle vergogne, un superiore passato alla concorrenza.

Diciamo la verità: anche se Shankman non ha mordente e Diesel si accontenta di un paio d’espressioni, «Missione tata» può anche rappresentare una soluzione alternativa a una serata noiosa davanti alla televisione. A patto che a qualcuno non venga in mente di applicare alla realtà nessuna delle cose rappresentate nel film: gli effetti sarebbero sicuramente devastanti.

MISSIONE TATA (The Pacifier) di Adam Shankman. Con Vin Diesel, Lauren Graham, Brad Garrett. USA 2005; Commedia; Colore