«MASTER E COMMANDER»

DI FRANCESCO MININNINel 1805, mentre Napoleone conquista l’Europa, dalle coste del Brasile alle isole Galapagos si consuma il duello tra la goletta inglese Surprise e la fregata francese Acheron. E’ una caccia dalla quale non dipendono le sorti di alcunchè, ispirata dal puro e semplice senso del dovere che è lo spirito motore del capitano Aubrey. Il dottor Maturin, però, è spinto da altro: una inesauribile sete di conoscenza, che l’approdo a luoghi così lontani e mai visitati da naturalisti potrebbe soddisfare. Così, mentre i giovani e giovanissimi ufficiali, allievi e marinai presenti a bordo vanno incontro a una crescita precoce, tra il capitano e il dottore (che suonano insieme violino e violoncello) si consuma il più sottile duello tra dovere e sapere…Peter Weir, indiscutibilmente uno dei grandi del cinema contemporaneo, più che un regista è un esploratore. La sua forza consiste non tanto nel dispensare centoni di saggezza e risposte ai grandi quesiti dell’esistenza, quanto nella capacità e umiltà di porsi domande sempre stimolanti e quasi sempre sensate.

In questo caso, con «Master & Commander», la prima domanda era: come realizzare un kolossal di mare senza venir meno ai propri principi? Basta poco, dopo il primo scontro tra il Surprise e l’Acheron (Moby Dick?), per capire che l’ottica di Weir non è assolutamente quella dell’avventura marinaresca. E per fortuna basta poco anche per riconoscere la sua mano, il suo tocco così ineguagliabile: la nebbia che salva il Surprise dalla disfatta, le sagome dei marinai che su per le gomene si arrampicano verso il nulla, le note di Mozart sulle distese oceaniche, i ragazzi condotti da Aubrey verso una crescita tanto forzata quanto doverosa, l’insetto stecco che suggerisce al capitano una tattica di battaglia, la natura così bella e così selvaggia sia in mare aperto che sulle Galapagos, sono successive, precise testimonianze di uno stile che non si asservisce a un budget tanto alto da aver richiesto gli sforzi congiunti di Buena Vista, Miramax, Universal e 20th Century Fox.

«Master & Commander» non è un kolossal di mare, ma un nuovo viaggio di Weir alla ricerca dell’uomo. Lo testimonia il fatto che in un film hollywoodiano uno dei due personaggi principali avrebbe preso il sopravvento. Qui, invece, entrambi hanno le loro ragioni, le esprimono civilmente e restano amici. Il che significa che dovere e sapere possono anche trovare (magari faticosamente) la maniera di andare d’accordo: il tempo di una traversata, fino al prossimo scalo.

Russell Crowe e Paul Bettany si fronteggiano con bravura. Ma occhio alla ciurma: senza quegli anziani caratteristi o quei ragazzi così pieni di belle speranze, «Master & Commander» non avrebbe ragion d’essere Così come senza la straordinaria fotografia di Russell Boyd, che incornicia un film troppo intenso e ricco di significati per essere confuso nel mucchio delle strenne natalizie.

MASTER & COMMANDERSFIDA AI CONFINI DEL MARE(Master & Commander: the Far Side of the World) di Peter Weir. Con Russell Crowe, Paul Bettany, James D’Arcy, Billy Boyd. USA 2003; Drammatico; Colore.

Il sito italiano del film