Lucky
La filosofia di Lucky, novantenne che vive un’esistenza abitudinaria a due passi dal deserto, è che c’è una bella differenza tra essere soli e stare da soli. Quindi Lucky, film d’esordio come regista dell’attore John Carroll Lynch (il marito di Frances McDormand in Fargo), dovrebbe essere un film sulla vecchiaia e sul modo di gestire la solitudine. In realtà è un film vecchio stile su Harry Dean Stanton, morto poco dopo la fine delle riprese all’età di 91 anni.
La vita di Lucky è la sua, la passione per la musica è la sua, è persino sua la casa del protagonista e forse è suo anche un carattere tenero e scorbutico che arriva diritto al cuore. Harry Dean Stanton ha attraversato da caratterista più di sessant’anni di cinema americano collezionando titoli come Le colline blu, Nick mano fredda, Strada a doppia corsia, Pat Garrett & Billy the Kid, Dillinger, Il padrino parte II, Alien, 1997: fuga da New York, Un sogno lungo un giorno, Paris, Texas, Cuore selvaggio, Una storia vera e The Avengers. Aveva già avuto ruoli da protagonista (almeno Paris, Texas di Wenders) ma di certo non come in Lucky, dove a tutti gli effetti lui e il film sono una cosa sola al punto da rendere impossibile immaginarlo interpretato da chiunque altro. Per cui non ha molta importanza il fatto che John Carroll Lynch si appoggi a una narrazione tradizionale senza rischiare esperimenti linguistici che forse neanche gli competerebbero. Importa, invece, che Lucky sia l’opera prima di un attore che di proposito ha voluto comporre un film di attori, dove l’interpretazione ha molto più valore della tecnica, del montaggio e persino della sceneggiatura.
Lucky fa ginnastica appena sveglio, va in paese a prendere il caffè, affronta cruciverba che non riuscirà mai a terminare senza aiuto, parla poco ma parla con tutti, non esita a riaffermare le proprie idee quando qualcosa gli va storto, cammina molto e dorme tranquillo. Almeno fino al giorno in cui una caduta domestica senza motivo gli mette addosso la paura della morte. Così diventa in qualche modo più socievole, partecipa a una festa per il compleanno di un bambino messicano, si interessa alla scomparsa di Presidente Roosevelt, la testuggine dell’amico Howard, e in fin dei conti continua a fare ciò che ha sempre fatto. Forse con un minimo di consapevolezza in più che il tempo rimasto non può essere infinito.
Non è un caso se Lucky condivide l’ultima inquadratura del film con la testuggine a spasso nel deserto. È lei l’unica creatura dei dintorni destinata a durare più a lungo di lui. Certo, Lucky è un film sulla vecchiaia, sulla frontiera, sui ricordi e su un’America che non muore. Ma bisogna capire che la frontiera non è quella geografica ereditata dal Far West: è quella tra passato e presente, due dimensioni che Lucky conosce e che ha vissuto. E soprattutto colpisce il fatto che Lucky non sia un vecchio che passa il tempo sputando sentenze o rimpiangendo qualcosa. È semplicemente un uomo che improvvisamente si trova a riflettere sul tempo che gli rimane e che magari è persino capace di prendere un’iniziativa imprevedibile come mettersi a cantare una canzone messicana accompagnato dai mariachi alla festa di compleanno.
Da questo dovrebbe discendere una verità forse scontata ma che sembra opportuno ricordare: l’America non è solo un paese di gente armata dove chi urla più forte ha ragione. C’è ancora spazio per esistenze semplici e tranquille che hanno un posto ben preciso nella storia di questo grande paese.
Accanto a Harry Dean Stanton, che giganteggia con una bella sovrapposizione tra personaggio e uomo/attore, ci sono alcuni caratteristi di valore come Ron Livingston, Ed Begley jr. e Tom Skerritt. Ma soprattutto, imprevedibile, c’è anche David Lynch (che non ha alcuna parentela con John Carroll Lynch) nel ruolo un po’ stralunato di Howard alla ricerca della testuggine. Avendo diretto Stanton in quattro film e due serie televisive, si è prestato volentieri a rendere omaggio all’amico non sapendo che sarebbe diventato un omaggio alla memoria.
LUCKY (Id.) di John Carroll Lynch. Con Harry Dean Stanton, David Lynch, Ron Livingston, Ed Begley jr., Tom Skerritt, Beth Grant. USA 2017; Drammatico; Colore.