Loro 1/ Loro 2
La prima cosa da non fare assistendo a Loro di Paolo Sorrentino è cominciare a chiedersi chi siano i vari personaggi rappresentati. Come premette una didascalia prima dei titoli di testa, fatta eccezione per quelli nominati esplicitamente ogni somiglianza degli altri con persone reali è puramente casuale. E forse ha anche un senso: l’onorevole interpretato da Fabrizio Bentivoglio che medita di fare le scarpe a Berlusconi, la donna potente che prima lo appoggia poi si smarca dopo lo scandalo delle minorenni, l’arrampicatore che sogna di incontrarlo per dare una svolta alla propria esistenza, il proprietario di night-club che ha continuamente bisogno di aiuto e altri sono individualità, ma contemporaneamente rappresentano tutte le categorie che gravitano nell’orbita di Berlusconi. Come dire uno per tutti.
C’è più Sorrentino che Berlusconi in un film che non è facile giudicare, che oscilla tra verità e menzogne, tra significato e vuoto pneumatico, tra impeto e tentazione di riposarsi sugli allori. Se ne riporta un’impressione che, per forza di cose, non può essere unica. Ci si appassiona, ci si annoia, si riflette, si è portati a subire le immagini, ma più di tutto si esce con l’idea di uno spettacolo sopra le righe che si nutre di scandali, eminenze grigie, suoni e colori, riviste da parrucchiera, gran magistero tecnico che rischia di esaurirsi in se stesso. E, fatalmente, ci si chiede cosa ne penserà il diretto interessato. Secondo noi, anche se alla fine Veronica Lario è la donna più dignitosa del film mentre lui è un personaggio equiparabile al direttore di un circo equestre, Berlusconi ne sarà contento. Perché non si può fare a meno di parlare di lui, persino di riconoscergli qualche merito che chiameremo strategico, di sparlarne senza un intento veramente analitico. Dal suo punto di vista, la missione è compiuta. E Sorrentino, che non è un analista storico ma fa parte del carrozzone, lo riconosce.
Detto questo, bisogna rilevare la strepitosa interpretazione di Toni Servillo che, lontanissimo dalla caricatura, è capace di mantenere due espressioni (il sorriso a tutti denti e quella corrucciata) alternandole alla bisogna. Così come ottiene un buon risultato anche Riccardo Scamarcio nei suoi tentativi di richiamare l’attenzione del cavaliere nella prospettiva di una carriera che non farà. Di gran livello la fotografia di Luca Bigazzi che immerge tutto in una luce gelida che sa di morte. Poi qualche battuta («Non gli piace stare da solo. Minimo in due. Meglio se c’è un terzo») e il simbolismo della pecora in apertura del film, che si imbambola davanti a Mike Bongiorno in tv e crolla quando l’aria condizionata della villa fa precipitare la temperatura a zero. Dovrebbe essere una rappresentazione degli italiani. Quindi loro siamo anche noi.
LORO 1 / LORO 2 di Paolo Sorrentino. Con Toni Servillo, Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak, Fabrizio Bentivoglio, Elena Sofia Ricci, Dario Cantarelli. ITALIA 2018; Grottesco; Colore.