Loro 1/ Loro 2

La prima cosa da non fare assistendo a Loro di Paolo Sorrentino è cominciare a chiedersi chi siano i vari personaggi rappresentati. Come premette una didascalia prima dei titoli di testa, fatta eccezione per quelli nominati esplicitamente ogni somiglianza degli altri con persone reali è puramente casuale. E forse ha anche un senso: l’onorevole interpretato da Fabrizio Bentivoglio che medita di fare le scarpe a Berlusconi, la donna potente che prima lo appoggia poi si smarca dopo lo scandalo delle minorenni, l’arrampicatore che sogna di incontrarlo per dare una svolta alla propria esistenza, il proprietario di night-club che ha continuamente bisogno di aiuto e altri sono individualità, ma contemporaneamente rappresentano tutte le categorie che gravitano nell’orbita di Berlusconi. Come dire uno per tutti.

In effetti i personaggi sicuri sono Silvio Berlusconi, Veronica Lario, Fedele Confalonieri, Ennio Doris, Mariano Apicella, Mike Bongiorno, Fabio Concato. Gli altri sono, semplicemente, Loro. Tanto da indurre un sospetto: che il film di Sorrentino non sia in effetti un’analisi di Berlusconi o del berlusconismo, ma un’autocelebrazione che sfrutta il personaggio (e quindi l’Italia) per lanciarsi in una rappresentazione fortemente grottesca di un mondo che muore. In questo senso Loro potrebbe essere il prequel de La grande bellezza: qui un’umanità moribonda, là una città di morti. Il sospetto troverebbe conferma nel titolo: il film si chiama Loro, non Lui. Pertanto non si parla di una star, ma del pubblico che la tiene in vita anche relazionandosi in modi molto diversi. Star e pubblico, allo stesso tempo, si creano e si distruggono senza soluzione di continuità. E Sorrentino è una volta di più il grande burattinaio che tira i fili dei personaggi, lancia segnali criptici, inventa simbolismi palesi, gioca con scenografie gelide, con scene affollatissime che improvvisamente si svuotano, con musiche molto pop a rappresentare un’epoca recente, con una strana commistione tra disprezzo e onore delle armi, tra critica e invidia, tra intuizioni e compiacimenti (più i secondi delle prime).

C’è più Sorrentino che Berlusconi in un film che non è facile giudicare, che oscilla tra verità e menzogne, tra significato e vuoto pneumatico, tra impeto e tentazione di riposarsi sugli allori. Se ne riporta un’impressione che, per forza di cose, non può essere unica. Ci si appassiona, ci si annoia, si riflette, si è portati a subire le immagini, ma più di tutto si esce con l’idea di uno spettacolo sopra le righe che si nutre di scandali, eminenze grigie, suoni e colori, riviste da parrucchiera, gran magistero tecnico che rischia di esaurirsi in se stesso. E, fatalmente, ci si chiede cosa ne penserà il diretto interessato. Secondo noi, anche se alla fine Veronica Lario è la donna più dignitosa del film mentre lui è un personaggio equiparabile al direttore di un circo equestre, Berlusconi ne sarà contento. Perché non si può fare a meno di parlare di lui, persino di riconoscergli qualche merito che chiameremo strategico, di sparlarne senza un intento veramente analitico. Dal suo punto di vista, la missione è compiuta. E Sorrentino, che non è un analista storico ma fa parte del carrozzone, lo riconosce.

Detto questo, bisogna rilevare la strepitosa interpretazione di Toni Servillo che, lontanissimo dalla caricatura, è capace di mantenere due espressioni (il sorriso a tutti denti e quella corrucciata) alternandole alla bisogna. Così come ottiene un buon risultato anche Riccardo Scamarcio nei suoi tentativi di richiamare l’attenzione del cavaliere nella prospettiva di una carriera che non farà. Di gran livello la fotografia di Luca Bigazzi che immerge tutto in una luce gelida che sa di morte. Poi qualche battuta («Non gli piace stare da solo. Minimo in due. Meglio se c’è un terzo») e il simbolismo della pecora in apertura del film, che si imbambola davanti a Mike Bongiorno in tv e crolla quando l’aria condizionata della villa fa precipitare la temperatura a zero. Dovrebbe essere una rappresentazione degli italiani. Quindi loro siamo anche noi.

LORO 1 / LORO 2 di Paolo Sorrentino. Con Toni Servillo, Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak, Fabrizio Bentivoglio, Elena Sofia Ricci, Dario Cantarelli. ITALIA 2018; Grottesco; Colore.