«LE MELE DI ADAMO»

DI FRANCESCO MININNICerte volte le sorprese vengono dai posti più impensati. La Danimarca, per esempio, pur essendo patria di Carl Theodor Dreyer, non ha mai mostrato particolari propensioni per la spiritualità. Ora, poi, che il nome di punta del cinema danese è quello del materialissimo Lars von Trier, la tendenza sembrava ancor più accentuata. E invece, da Anders Thomas Jensen (che ha sceneggiato «L’eredità»), ecco «Le mele di Adamo»: un film sovraccarico, bizzarro, talora fuorviante, ma ricchissimo di argomenti e di una buona dose di speranza che lo rendono sicuramente originale e degno di attenzione.

Adam, neonazista uscito dal carcere, è assegnato a una comunità di recupero gestita da un pastore dalla fede incrollabile che si propone di trovare per ciascuno un progetto di vita. Per Adam, su sua richiesta, sarà la preparazione di una torta di mele con i frutti del giardino. Detto e fatto, prima i corvi, poi i vermi, infine un fulmine distruggono l’unico melo. Parallelamente Adam, che non capisce la rocciosa forza di volontà del pastore, comincia a perdere la pazienza. Ma quando neanche con le maniere forti ottiene reazioni, si guarda intorno e scopre che il pastore ha un figlio spastico e paralitico, che la moglie è morta suicida, che il poveraccio ha un tumore al cervello che non gli lascia scampo. La sua fede, quindi, sopravvive in un mondo appositamente inventato da cui la realtà è rigorosamente esclusa. Con l’aiuto della Bibbia, e in particolare del libro di Giobbe, Adam si trasforma così nel più anomalo dei missionari. E i miracoli, talvolta, accadono.

Fino a un certo punto Jensen non lascia capire se le sue intenzioni siano più bizzarre o fondate su un progetto più serio. Quando però nella storia entra il particolare della Bibbia che, cadendo a terra, resta sempre aperta sul libro di Giobbe, viene il sospetto che, bizzarrie a parte, «Le mele di Adamo» sia guidato da intenti meno vacui. E, passando attraverso una galleria di personaggi ironici e grotteschi, situazioni a metà tra il noir e l’horror esoterico, divertimento e attesa, si arriva a una semplice conclusione: la fede è una libera scelta di vita e non c’è modo di viverla autenticamente come una sorta di costrizione. Spingendosi anche oltre, Jensen arriva a dire che i miracoli arrivano soltanto quando è l’uomo ad aver fatto il primo passo. E se per condurre in porto il suo strano divertissement l’autore ha scelto il personaggio di un neonazista (interpretato benissimo da Ulrich Thomsen), vuol dire che, come sempre, le vie del Signore sono infinite.

LE MELE DI ADAMO (Adams Æbler) di Anders Thomas Jensen. Con Ulrich Thomsen, Mads Mikkelsen, Tomas Villum Jensen. DANIMARCA 2005; Commedia; Colore