«LE CROCIATE»
Questo si capisce dagli avvenimenti che, tra il 1184 e il 1187, portano il maniscalco Balian, cavaliere per discendenza, a guidare la difesa di Gerusalemme dagli attacchi del Saladino. Questi, quando Balian sconfitto si reca a parlamentare, non esita a rimandare a casa sani e salvi gli assediati, militari o civili che siano, proprio mentre un vescovo pavido predica la conversione all’Islam con successivo pentimento. Così finisce la seconda Crociata, mentre Re Riccardo già si appresta a condurre la terza.
«Le Crociate» non si discute da un punto di vista spettacolare, scenografico e genericamente tecnico. Se il protagonista Orlando Bloom sembra ancora alla ricerca di una maturità espressiva, ci sono spalle di lusso come Jeremy Irons e Liam Neeson che lasciano il segno, per non parlare di Edward Norton che, nei panni del Re lebbroso Baldovino IV, è coperto da una maschera e recita soltanto con gli occhi. D’altronde, quando mette in scena una battaglia Ridley Scott dimostra di avere pochi rivali.
Il problema nasce da un’ombra di sospetto: che a tutta l’operazione sovrintenda un giudizio storico che, dividendo equamente le colpe tra cristianesimo e regnanti cristiani, suggerisce una matrice da cui scaturiscono come logica conseguenza tutti i problemi del mondo contemporaneo. Il fatto che Balian, che fu un feudatario di Terrasanta, sia stato trasformato in un maniscalco alla solitaria ricerca di Dio (fuori della Chiesa) e pronto a tutto pur di difendere il popolo inerme, dà una chiara indicazione della fonte ideologica da cui scaturisce il film.
LE CROCIATE (Kingdom of Heaven) di Ridley Scott. Con Orlando Bloom, Jeremy Irons, Liam Neeson, Eva Green. USA/E/GB 2005; Storico; Colore