«LE CONSEGUENZE DELL’AMORE»

DI FRANCESCO MININNITitta Di Girolamo è un commercialista. Vive in un albergo svizzero, da solo, ormai da anni, e le uniche visite che riceve sono quelle di una signora che gli lascia una valigia piena di dollari che lui dovrà depositare in una banca. Il tutto è dovuto a un errore: un investimento sbagliato che gli ha fatto perdere in pochi minuti svariati miliardi di Cosa Nostra. I boss hanno creduto alla sua buona fede, ma da allora lo costringono a questa vita. E Titta, forse per autodifesa o forse per paura di impazzire, ha eretto un solido muro tra sé e il resto del mondo, finché la visita del fratellastro e l’interesse per una bella cameriera gli faranno cambiare idea…

Dopo il promettente esordio con «L’uomo in più», Paolo Sorrentino dà conferma del proprio talento cinematografico ed esistenziale con «Le conseguenze dell’amore». Il suo Di Girolamo è proprio un signor nessuno: separato dalla moglie, senza amici, con tre figli che non gli vogliono parlare, molto spaventato dall’idea che un qualunque rapporto umano possa interferire in un’esistenza che sta scivolando verso una quieta follia. Sorrentino racconta tutto questo nel modo giusto: con inquadrature lunghe, ritmi lenti, adeguato supporto musicale e con un protagonista, Toni Servillo, straordinario nella sua espressione perennemente assente e guardinga. Lo spettatore è costretto a un impegno costante, perché Sorrentino non rivela subito tutti i particolari ma costruisce un’opera e un personaggio in divenire. E anche quando si crede di essere riusciti a comprendere le sue motivazioni, resta il tempo per un cambio di passo che conduce a una conclusione non preventivabile in tutte le sue sfumature. Ci viene da pensare a Silvio Magnozzi (Alberto Sordi) in «Una vita difficile»: anni di umiliazioni e servilismi per arrivare a quel celebre, liberatorio schiaffo al datore di lavoro. Ma qui c’è di più: Magnozzi, schiaffeggiando il potente, rischiava molto, ma non la vita. Di Girolamo, invece, fa una scelta ben sapendo quale sarà il proprio destino: secondo noi, avendo vissuto da schiavo sceglie di morire da uomo libero e di recuperare per intero la propria dignità.

Molto preciso nei dati ambientali, che rivelano una freddezza nella quale un uomo possa trovare persino naturale perdersi, «Le conseguenze dell’amore» serve a capire come certi valori, anche quando le circostanze ne consiglino l’opportuno occultamento, non possano comunque essere rimossi. Ecco perché le conseguenze dell’amore non sono, come lo svolgimento potrebbe lasciar credere, la morte o l’oblio: al contrario, anche in presenza di un destino segnato Di Girolamo riafferma la propria indistruttibile capacità di scelta e, quindi, di libertà. A ben guardare, non è cosa da poco per un uomo abituato a chinare il capo e ad eseguire gli ordini fare una scelta di vita che (lui lo sa) lo condurrà alla morte. LE CONSEGUENZE DELL’AMOREdi Paolo Sorrentino. Con Toni Servillo, Olivia Magnani, Adriano Giannini, Raffaele Pisu. ITALIA 2004; Drammatico; Colore