«LA SECONDA NOTTE DI NOZZE»
Nell’immediato dopoguerra, a Bologna, Liliana e suo figlio Nino tirano avanti come possono. Lei concedendosi a chi le possa assicurare un piatto caldo (o tiepido: va bene anche se scotto), lui rubacchiando a destra e a manca e scendendo tutti i gradini di un’umana dignità che non conosce. Disperata, lei scrive a Giordano, il cognato che vive in Puglia, pregandolo per un aiuto. E Giordano, che era innamorato di lei, è stato in manicomio e vive tra le bomboniere delle zie e le mine da far brillare, prende la decisione (folle per le zie e per tutti) di riaccoglierla in casa.
Come il professorino de «Il cuore altrove», anche Giordano è uno che canta fuori del coro. La sua follia (come quella di certi personaggi di Pirandello) è soltanto una maschera per nascondere l’imbarazzo della verità. Chi pensa di approfittarsi di lui, tutt’al più potrà avere i suoi soldi. La sua anima, trasparente come quella di Forrest Gump, sa soltanto che c’è da fare «qualcosa di grande» e che niente glielo potrà impedire: né il cinismo né la cattiveria né la stupidità di un mondo che invece di pensare a ricostruire (case, cuori, anime ferite), preferisce riempirsi le tasche per poi poterle velocemente svuotare. Delicato, mai pesante anche nella rappresentazione di crudeltà e cinismo, Avati ribadisce di non avere dubbi sugli anni luce che separano avere ed essere, ed è persino disposto ad accettare una tenera follia pur di non lasciarsi travolgere dal meccanismo corrente. È qui che «La seconda notte di nozze» rivela la sua inequivocabile attualità: non al di fuori dei personaggi, ma dentro di essi, in coscienze buie, fiocamente illuminate o addirittura risplendenti.
I tre protagonisti ripagano Avati della fiducia concessa. Neri Marcorè ritrovandosi all’opposto del personaggio interpretato ne «Il cuore altrove» e riuscendo ad essere sgradevole quanto lì era dolce e disarmato; Katia Ricciarelli sorprendendo con misura e mezzitoni che corrispondono a una vita a metà; Antonio Albanese incantando con una tenerezza che, sotto certi aspetti, non è di questo mondo.
Averne di autori così, capaci di rinnovarsi con tale varietà di sfumature da sembrare, a chi non sia più abituato a pensare, sempre uguali a se stessi.
LA SECONDA NOTTE DI NOZZE di Pupi Avati. Con Antonio Albanese, Neri Marcorè, Katia Ricciarelli. ITALIA 2005; Drammatico; Colore