LA NOTTE DEI GIRASOLI
DI FRANCESCO MININNI
Se «La notte dei girasoli» fosse un semplice thriller non varrebbe neanche la pena soffermarvisi. A noi sembra invece che quest’opera prima dello spagnolo Jorge Sanchez-Cabezudo, ricca di atmosfere, fatalismo e di una buona dose di cinismo e crudeltà, meriti una certa attenzione. Un po’ perché la cinematografia spagnola è sempre stata molto avara di thriller, un po’ perché quando gli autori iberici frequentano il genere è sempre per andare oltre le regole del genere e parlare d’altro. E infatti Sanchez-Cabezudo non ha voluto realizzare un noir: il suo film è l’analisi spietata di un mondo nel quale nessuno può dirsi esente da colpe e diventa pertanto una requisitoria sociale che ci fa capire (anche se lo sapevamo già) che la Spagna non è un luogo di pace e serenità dove tutti vorrebbero vivere.
Nelle vicinanze di Avila un giovane del posto scopre una nuova grotta, che per la zona potrebbe significare incremento di turismo e quindi più soldi per tutti. Allo scopo di indagare sulle potenzialità della grotta, la cittadinanza invita lo speleologo Esteban, accompagnato dalla fidanzata Gabi e dal fotografo Pedro. Mentre i due uomini si calano nel passaggio, Gabi è aggredita da un maniaco sessuale (professione: rappresentante di aspiratori) di passaggio nella zona. Quando la donna crede di riconoscerlo in un contadino, Esteban e Pedro lo aggrediscono e finiscono per ucciderlo. L’intervento di un funzionario di polizia, ambizioso e irrequieto oltre che sposato con la figlia del superiore, invece di mettere ordine nella storia finisce per complicare tutto: il poliziotto collaborerà all’insabbiamento del caso in cambio di adeguato compenso.
Abbiamo avuto la precisa sensazione che Sanchez-Cabezudo sia un affezionato spettatore ed estimatore dell’opera di Alfred Hitchcock. Da una parte un piccolo particolare, la donna che riconosce la persona sbagliata, riporta alla mente un telefilm della serie «Alfred Hitchcock presenta» intitolato «Vendetta». Ma in realtà il riferimento più impressionante sta nel sistematico capovolgimento delle tematiche apparentemente sorridenti de «La congiura degli innocenti» (1955). Là la scoperta di un cadavere in un bosco induceva semplice gente di campagna a trasformarsi in occultatori di prove nel timore di essere accusati di un crimine inesistente. Qui, invece, il meno colpevole, in quanto criminale di professione, è proprio il maniaco sessuale (che non a caso esce subito di scena per ricomparire alla fine dando mostra di dormire tranquillo). Tutti gli altri, che potremmo chiamare gente ordinaria, innescati da un avvenimento traumatico, diventano complici, assassini, ricattatori, insabbiatori, vigliacchi. Gli speleologi assassini, la donna reticente, il poliziotto (già indicato come marito fedifrago) avido e corrotto, persino il superiore, apparentemente intenzionato ad andare in fondo alla cosa, pronto a trasformarsi in testimone cieco: tutto concorre all’immagine di una società inquieta, in forte calo di principi etici, dove anche le migliori intenzioni possono diventare cattivi pensieri. E la congiura, così, non è più degli innocenti, ma di colpevoli a diversi livelli da cui non c’è da aspettarsi alcun cambiamento in meglio. Se non fosse che Sanchez-Cabezudo si prende troppo tempo per arrivare al nocciolo, potremmo quasi dire che il suo film, che non tratta di tematiche sessuali, è la prima autentica sorpresa spagnola da qualche anno a questa parte.
LA NOTTE DEI GIRASOLI (La noche de los girasoles) di Jorge Sanchez-Cabezudo. Con Carmelo Gòmez, Judith Diakhate, Celso Bugallo, Mariano Alameda. SPAGNA 2006; Drammatico; Colore