IO, LORO E LARA

DI FRANCESCO MININNI

Secondo Carlo Verdone, «Io, loro e Lara» è il film della svolta. Quello, cioè, in cui il ragazzone romano smorza i toni della commedia, si guarda intorno con maggiore profondità e tenta un’analisi (dettata più dal buon senso che da una documentazione che chiameremo scientifica) di alcuni problemi contemporanei. Apprezziamo molto questa intenzione e anche qualche risultato. Ma se questo è davvero il film della svolta lo sapremo soltanto tra un paio di film. A Verdone necessita urgentemente una riflessione per il conseguimento di un difficile equilibrio, che nel film appare evidente per quanto riguarda il suo personaggio e molto meno per tutti gli altri.

Se è vero che una delle caratteristiche qualificanti del suo stile è sempre stata quella di amare, coccolare, costruire, definire i propri personaggi che, giusti o sbagliati che fossero i film, avevano comunque una caratura e un’umanità, bisogna dire che questa volta il lavoro di approfondimento è toccato solo al personaggio principale, don Carlo Mascolo. Gli altri, padre, fratello, sorella e la stessa Lara, appaiono più superficiali e, qua e là, più macchiette che caratteri definiti. Intendiamoci: non è un limite insormontabile. Ci rendiamo conto, cioè, di quanto lavoro sia costato all’autore controllare attentamente il proprio personaggio e capiamo bene come ciò possa aver condotto, in un certo senso, a trascurare gli altri. Ed è anche vero che «Io, loro e Lara» (tra l’altro, un titolo discutibile nel suo irrimediabile provincialismo) ha buon materiale da offrire a chi non cerchi la risata a fondo perduto. Anzi, ha un retrogusto malinconico che fa ben sperare per l’evoluzione definitiva dell’autore.

Don Carlo Mascolo, missionario in Africa, torna a Roma per superare una crisi di fede. Il fatto è che a Roma trova problemi ben diversi da quelli più pratici affrontati nella savana: il padre si è sposato con la badante Olga, i fratelli Luigi e Bea temono per il patrimonio familiare, la nipote aderisce a correnti di pensiero che predicano la sofferenza. Quando Olga muore  per un attacco di cuore, spunta Lara, la figlia. In attesa dell’autorizzazione delle strutture sociali per tenere con sé il figlio, fa sesso on line e spera nel domani. Così don Carlo, che cercava serenità, si ritrova a farsi carico dei problemi di tutti. Arrivando alla conclusione che, di certo, l’Africa sembra il minore dei mali.

Nel disegnare per la prima volta nella sua carriera un sacerdote vero, non relegato come in passato nel regno della caratterizzazione, Verdone dimostra una sensibilità e una pacatezza che saremmo ingiusti a definire imprevedibili. Il commediante, come la storia insegna, non è un burlone che scherza sulle disgrazie degli altri, ma semplicemente un analista sociale che usa strumenti diversi da quelli del sociologo o del drammaturgo e che non per questo va relegato nel ghetto della risata. A parte una sortita obiettivamente gratuita sulla diffusione dei profilattici in Africa, don Carlo è un sacerdote credibile, con problemi credibili e, tutt’al più, qualche sguardo al cielo di troppo (non foss’altro perché ciò lo apparenta inequivocabilmente al Verdone/Mimmo di qualche anno fa, che è proprio ciò da cui l’autore vorrebbe affrancarsi). C’è da dire, piuttosto, che i dubbi di don Carlo, soprattutto nell’incontro-scontro con i problemi familiari, sono assimilabili a quelli del don Giulio de «La messa è finita» di Nanni Moretti: uno virava verso il dramma, l’altro si trova più a proprio agio nella commedia. Verdone ha ancora molto lavoro da fare a livello di costruzione delle storie, dove qualche espediente narrativo suona ancora forzato (i colpi d’arma da fuoco durante il pranzo con l’assistente sociale) e teso unicamente a far progredire una storia che altrimenti si fermerebbe lì. Ma non gli mancano né umanità né consapevolezza «drammatica»: si tratta solo di scrollarsi di dosso le vesti del commediante di borgata e di indossare quelli del narratore di storie di oggi. Cosa che, con uno sforzo in più, Verdone non avrà difficoltà a rendere operativa.

IO, LORO E LARA di Carlo Verdone. Con Carlo Verdone, Laura Chiatti, Anna Bonaiuto, Marco Giallini, Sergio Fiorentini, Angela Finocchiaro. ITALIA 2010; Commedia; Colore