Io e te

In fin dei conti l’adolescenza, intesa come passaggio dall’infanzia all’età adulta, è una delle tematiche più ricorrenti nel cinema di Bernardo Bertolucci. Era uno dei passaggi d’epoca nell’affresco corale di «Novecento», era il nucleo narrativo de «La luna», era il momento di libertà e anarchia di «The Dreamers». Dice l’autore che si tratta di un amore ricambiato, perché a quanto pare la fonte d’ispirazione è portatrice di buoni frutti. Non mettiamo in dubbio che dal suo punto di vista sia così. Ma, a film finito, quel che conta di più è il punto di vista degli altri. Per quanto ci riguarda, «Io e te», che Bertolucci ha tratto dall’omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti, conferma dubbi e perplessità, anche se una volta tanto per motivi diametralmente opposti a quelli che di solito mantengono tra noi e il suo cinema una certa distanza. Quello che, alla luce del narrato, avrebbe potuto (forse dovuto) essere un racconto di formazione, ci arriva invece come una storia costantemente in sottrazione dove si possono capire a grandi linee i moventi assai più di quanto ci si manifestino gli obiettivi.

Lorenzo è un ragazzo apparentemente in guerra con il mondo. Ha con la madre un rapporto strano, talora complice talora fortemente conflittuale. Apparentemente non intrattiene rapporti con i coetanei. In sostanza, sembra un solitario che in assenza del padre (sul quale non ci viene fornita alcuna informazione) è affidato alle cure di uno psicologo che fa molte domande senza ottenere alcuna risposta. L’essenza di Lorenzo si può capire il giorno in cui, fingendo di partire con la scuola per la settimana bianca, decide invece di chiudersi in cantina dove potrà confrontarsi con se stesso senza che il mondo venga a disturbarlo. A sconvolgere i suoi piani ci pensa la sorellastra Olivia, una tossicodipendente ruvida e più disarmata di quanto voglia dare a vedere. La loro convivenza forzata dovrebbe costringere il ragazzo, per la prima volta, a occuparsi di qualcuno e quindi di cominciare a crescere.

Dovrebbe. In realtà Bertolucci, sfrondando di molti allegati il romanzo di Ammaniti (che per altro partecipa alla sceneggiatura) dà la netta sensazione di escludere ogni giudizio, ogni presa di posizione, ogni cosa che possa rientrare in quello che lui chiama moralismo. Così facendo, l’autore vorrebbe che fosse il pubblico a decidere dove va la storia, mettendo in campo esperienze proprie rigorosamente individuali. Ma, così facendo, trasmette una precisa impressione: di fare il possibile per raccontare una storia dove nulla accade, intendendo con nulla qualunque cosa potrebbe imprimere una direzione etica al racconto, e dove pertanto il punto di vista di chi guarda è legato a fattori ambientali più che psicologici. Finisce che «Io e te», nella sua ostinata neutralità umana e comportamentale, ci rimane piuttosto lontano, quando abitualmente sono invece le sottolineature e le trasgressioni di Bertolucci a tenerci a distanza. Prendiamo come esempio chiarificatore la conclusione del film: Lorenzo e Olivia escono dalla cantina, si salutano e prendono due strade diverse. Lei se ne va con la droga in tasca, lui torna a casa esibendo un sorriso (il primo del film) che dovrebbe corrispondere a un cambiamento di rotta. Nel romanzo quel sorriso poteva essere motivato da una serie di avvenimenti che costringevano Lorenzo, per la prima volta nella sua vita, a fare qualcosa per qualcuno. Qui, invece, ci lascia con l’interrogativo: perché? Bertolucci sparge tracce del suo cinema: il rapporto madre/figlio (in assenza del padre) de «La luna», l’ambiente circoscritto (qui a una cantina, là a un palazzo) de «L’assedio». Ma, per non consolidare l’impressione di voler rifare se stesso, scivola con leggerezza su dettagli sui quali altrove avrebbe lungamente indugiato. In un certo senso cerca di modificare il proprio stile, meno estetizzante e melodrammatico che in passato, condotto verso una sorta di deriva cronachistica. Dei suoi ragazzi, però, non è dato sapere né perché siano in guerra con il mondo né quale possa essere la loro destinazione. Né moralismo né altro.

IO E TE di Bernardo Bertolucci. Con Jacopo Olmo Antinori, Tea Falco, Sonia Bergamasco, Pippo Delbono, Veronica Lazar. ITALIA 2011; Drammatico; Colore