Il lato oscuro della coerenza: «L’AMORE IMPERFETTO»
Maderna, dopo l’esordio sommesso e «privato» di «Questo è il giardino», ha fatto il possibile per complicarsi la vita. Ha scelto un tema difficilissimo, ha optato per una narrazione su diversi piani che si intersecano, ha rischiato a più riprese il dramma da fotoromanzo, ha creato un grosso divario tra le varie situazioni a seconda dei personaggi che vi si muovono, ha indubbiamente preteso troppo affrontando due situazioni complesse e adombrandone una terza forse inutile. Tuttavia, il film non può non toccare alcune corde della nostra coscienza, lasciandoci tutt’al più delusi quando svela il sostanziale nichilismo dell’autore in situazioni che richiedevano, almeno, un soffio di speranza. Da qui a dire che in situazioni analoghe ci comporteremmo diversamente ce ne corre. Siccome Maderna non emette sentenze, il dibattito resta aperto. E sarebbe comunque sbagliato liquidare il film avvalendosi dei difetti di sceneggiatura: qualunque opera ci porti a interrogarci su questioni esistenziali e pertanto a confrontarci con noi stessi e con le nostre convinzioni, deve ritenersi in ogni caso costruttiva.
«L’amore imperfetto» ha dalla sua una bravissima protagonista, Marta Belaustegui, un convincente comprimario, Federico Scrivani nel ruolo del poliziotto, e la profonda umanità di Francesco Carnelutti nel ruolo del primario. Enrico Lo Verso, che ha da offrire più o meno le stesse espressioni di sempre, è soltanto funzionale al ruolo di Sergio. Il titolo, casomai, è tutto da interpretare. Perchè l’amore è sempre perfetto: imperfetto è il nostro modo di applicarlo al prossimo.
L’AMORE IMPERFETTO di Giovanni Davide Maderna. Con Enrico Lo Verso, Marta Belaustegui, Francesco Carnelutti. Drammatico; Colore