Il film: “Sulla stessa onda”, affrontare il dolore con la terapia fisica e quella affettiva
Se fossero conditi con una bella conflittualità con i propri genitori, una colonna sonora alla moda, paesaggi da cartolina e frasi da cioccolatini, potrebbero trasformarsi nel più banale dei teen movie televisivi. Ed, invece, Sulla stessa onda, la pellicola d’esordio di Massimiliano Camaiti, disponibile su Netflix e coprodotta da Mediaset, si distingue per intelligenza registica e la capacità di tenere sempre la narrazione su un registro sobrio e misurato. Sara e Lorenzo sono due adolescenti che incrociano le loro esistenze in una calda estate che si srotola nella splendida e selvaggia isola di Favignana.
Stanno partecipando ad un corso di vela dove lei è un’allieva preparatissima e sfrontata, lui un istruttore insicuro ed impacciato. Tra serate divertenti e lezioni in alto mare, le punzecchiature tra i due si sprecano, fino a quando sboccia l’amore. Terminate le vacanze, rientrano nella caotica e rumorosa Palermo per riprendere la vita di tutti i giorni. Le loro famiglie sono disgregate, distratte, ma il loro legame ne esce rafforzato. La fine dell’età della spensieratezza si chiama distrofia muscolare che sta inesorabilmente consumando Sara. La sua vita, e quella delle persone che le stanno vicino, è travolta ma non l’amore per Lorenzo che è inossidabile e destinato ad essere eterno.
I due protagonisti di Sulla stessa onda sono due attori (Elvira Camarrone e Christian Roberto) che si mostrano tanto acerbi ed impacciati quanto meravigliosamente credibili. Poco importa se la loro recitazione sia il frutto di una raffinita evoluzione artistica o di una reale mancanza di maturità attoriale. La loro performance agisce per sottrazione, è libera da orpelli di dialoghi mirabolanti, mentre le frasi spezzate e i lunghi silenzi appartengono ad un verismo adolescenziale, affidato a quei non dialoghi che sentiamo ogni giorno pronunciare aritmicamente dai nostri ragazzi.
Essendo il film destinato ad attraversare terreni segnati dalla grande commozione, la regia di Massimiliano Camaiti brilla anche per non schiacciare con violenza il tasto dei facili sentimenti. La malattia, il dolore, la riabilitazione, il perdersi per poi ritrovarsi, lo spettro della morte sono trattati con uno stile asciutto, scevro da stucchevoli risposte sul senso della vita e da dialoghi volgari e scene di disperazione collettiva. Gli adulti che circondano Sara e Lorenzo, a partire dalla madre di lei (un’intensa Donatella Finocchiaro, anche se non da meno è l’interpretazione di Corrado Invernizzi) sono totalmente incapaci di accompagnarli nel loro cammino, moderni analfabeti del linguaggio emozionale. La pellicola è accompagnata dalla fotografia discreta e misurata firmata da Michele Paradisi mentre la musica è un tappeto sonoro impercettibile, fatta eccezione per Promise di Ben Howard che lentamente si impossessa del ruolo di leit-motive.
Sulla stessa onda è un film semplice, nell’accezione più alta del termine. Sara e Lorenzo sono convinti, con insperato coraggio e forza d’animo, che “non si può sfuggire al dolore, si può solo imparare a conviverci”. Anche se il futuro è ricco d’incertezze. Proprio Lorenzo si chiederà più volte “e poi?”, nel momento in cui cercherà il senso del destino drammatico che li attende. Ma come in una coinvolgente favola moderna, tra le onde del mare e gli affreschi della Palazzina Cinese, sarà compito dello spettatore riuscire a trovare la risposta.
SULLA STESSA ONDA di Massimiliano Camaiti. Con Elvira Camarrone, Christian Roberto, Donatella Finocchiaro, Corrado Invernizzi.
Produzione: Netflix, Mediaset, RTI, Cinemaundici; Italia, 2021
Drammatico; Sentimentale
Durata 1h 39min